Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

....as night takes over

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Post n°205 pubblicato il 07 Ottobre 2014 da fading_of_the_day
 

-Jeremy è lei la donna della mia visione...
Sinead recuperò qualche istante di lucidità e riuscì a farmi capire quello che stava cercando di dirmi da un po'. La mani femminili insanguiante, protagoniste della sua visione erano proprio quelle di Fiona.

-Tu, piccola strega fai silenzio ora! E, invece, tu, mio bello scrittore, tu ora devi starmi a sentire. E  ti consiglio di aprire bene le orecchie, altrimenti ecco cosa accadrà alla tua principessa...

Fiona avvicinò la punta del coltello al braccio di Sinead e, prima che potessi dire qualsiais cosa, tracciò una linea sula pelle nuda, dalla quale scorse un rivolo di sangue. Sinead trattenne il dolore con una smorfia senza fiatare.

-Tu sei una pazza, una folle da rinchiudere - sbottai.
-Hey Shakespeare, stai sereno, ricordati che in questo momento ho io il coltello dalla parte del manico. In tutti i sensi...

Disse quest'ultima frase facendo roteare la punta del fermacarte sul pollice.

-Sai benissimo cosa voglio da voi...
-Come hai saputo del manoscritto? Perchè è di quello che stai parlando, vero?

Fiona rise di gusto, abbassò il capo per un attimo, per poi riallinearlo al resto del busto.

-Elisa! - esclamò allargando le braccia, come se fosse la risposta più ovvia del mondo.

Nella calma con cui pronunciò il nome di mia moglie e nell'eloquenza di quel gesto lessi una drammatica mancanza di fretta da parte di Fiona, un'assenza di premura tale da far supporre che Fiona stessa avesse a disposizione tutto il tempo del mondo. In fondo, chi sapeva dove eravamo? Chi, a parte noi, era a conoscenza del manoscritto e della pazzia di quella donna? Nessuno e quel "nessuno" fece scoccare una fiamma di disagio che mi investì da capo a piedi. Pensai a quando il tempo non aveva forma ed importanza, a quando nel Medioevo i minuti e le ore degli eretici torturati non avevano spessore, se non quello del dolore fisico e psicologico. Misi a fuoco, così, la figura spavalda di quella donna e, ai miei occhi, si trasformò in un boia con il gatto a nove code. Fiona era la nostra carceriera e la sgradevole implicazione a quella evidenza era che aveva le nostre vite in pugno.

Quel disagio portò con sè una certa malinconia, la pungente nostalgia per i pomeriggi d'inverno, in cui io e Sinead aspettavamo il calar del sole accoccolati sul divano, bevendo te e leggendo libri. Quei quieti pomeriggi in cui i nostri stomaci erano come nidi di cicale che conversavano in una lingua sconosciuta. D'improvviso sentii la mancanza della luce morente dei nostri ozioni sabati, in cui l'unica cosa a parte noi era il rumore del vento e del mare. Il nostro unico sottofondo ambientale allo scorrere lento del tempo.

 
 
 
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LOVING ELISA BROWN 2/2

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