Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

....as night takes over

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Post n°101 pubblicato il 10 Marzo 2014 da fading_of_the_day
 

Passata quella notte per alcuni giorni non ci eravamo visti.

Io ero in arretrato con il romanzo e, pur di zittire le lagne di Mr.Stanford, mi ero messo anima e corpo a produrre. Con Elisa ci eravamo sentiti con messaggi e quattro-cinque volte per telefono. Il minimo comune denominatore era stata la sua marcata freddezza, particolare questo, che aveva innescato nella mia mente una ridda di congetture degne di un ingegnere spaziale. Una cosa era certa: ad Elisa mancavo e mi stava implicitamente incolpando di non averla più invitata ad uscire. La verità era che dovevo davvero limitare al minimo le distrazioni, perchè il tempo incalzava e mi pareva di vedere la mano di Mr.Stanford tamburellare nervosamente sul suo scrittoio in mogano, in attesa dei miei capitoli.

Avevo provato a far presente la cosa ad Elisa e lei durante l'ultima conversazione aveva detto qualcosa che mi aveva dato da pensare.

"Dimmi che intenzioni hai con me perchè io..."

A quel punto della frase aveva tentennato e solo qualche frazione di secondo dopo l'aveva completata con un epilogo che aveva tutta l'aria di essere poco sincero.

"io...ci tengo a te..."

Elisa teneva a me. Bene. Ma era la verità? O la vera frase doveva essere qualcosa del tipo:

"Dimmi che intenzioni hai con me, perchè anche altri mi ronzano attorno..."?

Ecco se avessi dovuto puntare cento sterline su uno dei due "cavalli", in quel momento, il suo tono mi avrebbe fatto propendere per il secondo.

Provai a ragionare razionalmente, anche se in me gia montava il demone del sospetto. Elisa era giovane, carina, lavorava in un pub del centro di Edimburgo, dove la notte è altrettanto giovane ed in più ricca di alcool. Di continuo si avvicendano avventori locali e turisti e, chissà, chissà se una sera, per caso, si era affacciato al bancone un bel tipo che le aveva davvero fatto girare la testa.

No, non poteva essere. Rifiutavo l'idea.
O almeno ci provavo.

Sentii avvamparmi il torace con le tempie che pulsavano. Fotogrammi sfocati, da girone dantesco, passavano a scatti davanti ai miei occhi.

Uno col ciuffo da James Dean le dice qualcosa, lei si volta e sorride.

Elisa che fai?

Lo guarda con simpatia ed attrazione. Si parlano, lui continua a bere, le continua a sorridere. Lui ha una di quelle giacche di pelle nera che andavano quando io ero adolescente, una maglietta chiara, fisico asciutto, jeans alla moda. Lei continua a guardarlo.
Si vede che le piace. Bevono una tequila alla goccia in sincrono. Ora la scena si sposta al di fuori del locale.

Elisa dove vai?

Sono vicini, troppo vicini, maledettamente vicini. Lui le porta una mano sulla guancia, l'avvicina alla sua e la bacia sulle labbra. Lei si lascia andare.

Non Elisa, no, ti prego.

La scena dopo...

No, la scena dopo preferii incendiarla nel mio immaginario cestino della carta straccia. Ero fuori di me. Avevo riconosciuto il bruciore della gelosia.

Elisa perchè ho perso la testa per te?

Dovevo chiamarla. Prima di impazzire.

Elisa...

 
 
 
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LOVING ELISA BROWN 2/2

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