Fading of the day

Final Destination

Il cane della pistola arretrò con un movimento fluido ed istantaneo. L’indice si posò sul grilletto con cura, lasciando che il polpastrello si adagiasse morbidamente sul metallo nero e freddo. Poi il silenzio seguito da uno sparo.

Rebecca si svegliò di soprassalto. Il cuscino madido di sudore. Portò istintivamente la mano sul volto con irruenza, come a scacciare una mosca fastidiosa dagli occhi. Sentendo la fronte perlata e libera, si rasserenò, lasciandosi cadere sfinita sul materasso.

Era stato solo un incubo. Il peggior incubo della sua vita. Il ricordo della sua prigionia.

Ricordava tutto di quella brutta fase della sua esistenza.
Di come, da infiltrata, era entrata nelle grazie del signor Dupont ed aveva finito per divenire la sua geisha, la sua concubina e, infine, la sua schiava. Erano stati dei mesi molto duri, ricompensati da un’accelerazione improvvisa ed efficace delle indagini ed anche da un discreto ritorno economico.

Dopo quell’esperienza, Rebecca aveva avuto bisogno di un sostegno psicologico professionale per superare quello shock. Oltretutto, non aveva neppure potuto contare sull’appoggio del suo amore, della sua Raquel, che ancor più del solito, era stata costretta a rimanere ai margini della vicenda. Questa mancanza le aveva fatto ancor più male delle manacce di Dupont, delle corde strette attorno ad i polsi e della segregazione.

Rebecca aveva appena riordinato le idee dopo la notte tormentata.
Il caffè stava muovendo i primi gorgoglii di richiamo come i vagiti un neonato. Il telefono squillò.

-Ispettore Whitely? Buongiorno sono il capitano Jaap. Oggi sarà una giornata molto lunga sa…

-Davvero capitano?

-Si, grazie a lei, alla sua abnegazione e sacrificio per la divisa, abbiamo triangolato le coordinate della base operativa. Il blitz è per oggi pomeriggio. Lei non è tenuta a partecipare, anche se credo…

-…che non mi perderei lo spettacolo per nulla al mondo. Dopo tutto quello che è successo…

-Mi ha tolto le parole di bocca. Allora l’aspetto. A più tardi.

Rebecca attaccò il telefono. Un vortice di sensazioni le si aggrappò allo stomaco. Soddisfazione, paura di rivedere vecchi fantasmi, ansia di incrociare di nuovo quegli sguardi. Rebecca abbassò la testa stringendo con la mano il bordo del tavolo. Poi allentò la presa ed alzò lo sguardo verso la finestra. Nonostante fosse passata da poco l’alba, la luce del mattino era già ben vivida ed abbracciava il parco oltre la strada. Rebecca sorrise e decise che era il momento di prepararsi.

-Bene bene, vediamo chi interroghiamo per primo oggi… Avete studiato, si?

Il capitano Jaap aveva un pacco di scartoffie in una mano, mentre nell’altra faceva roteare la penna con abilità equilibristica notevole. Davanti a lui si apriva il palcoscenico di una trentina di persone tra teste di cuoio e criminali. I primi in piedi, sguardo fiero e braccia conserte, gli altri seduti, capo chino e mani appoggiate sulle ginocchia.

-Visto che devo scegliere io, mi prenderò il privilegio di iniziare con una bella signorina, perché poi concederò l’onore del boccone più succulento di questa ricca pesca al tenente Whitely.

Jaap si protrasse con il busto grassoccio verso la comitiva, e abbassando la voce ironicamente commentò.

-Quando una bella signorina mi chiede un favore, non riesco proprio a negarglielo.

Rebecca abbozzò un sorriso, tentando di mantenere l’aplomb che le circostanze richiedevano.

-Beh, bando alle ciance, rompiamo gli indugi. Signorina bionda al centro: la prego di alzarsi in piedi e comunicarmi paese di provenienza, nome e cognome

-Paese di provenienza: Australia. Nome: Emma. Cognome: …