Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

....as night takes over

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Fade To Black

Post n°7 pubblicato il 14 Dicembre 2010 da fading_of_the_day
 

 

Non era semplice turbarlo o mettergli la pulce nell'orecchio. Aveva idee chiare e stomaco di ferro.

Era un tipo pragmatico, di un cinismo che a tratti rasentava il più bieco nichilismo. Ma nonostante la monolitica apparenza, Luca aveva le sue contraddizioni, i suoi dubbi, le sue incertezze. All'esterno sembrava inamovibile, fiero, orgoglioso, ma nella sua testa aveva un alveare. Di quelli iperattivi e rumorosi.Tanto rumoroso che spesso doveva turarsi le orecchie per poter ragionare in santa pace.Tanto rumoroso da mettere, a volte, in discussione gli assiomi su cui poggiava la sua vita. Ma quando si sentiva scalfito nel suo nucleo, scrollava la testa, scrocchiava il collo e come per incanto le tentazioni sparivano.
Era fatto così, Luca: l'inquietudine dell'inatteso, l'ansia dell'imponderabile, lo allarmavano.

Quella mattina sembrava una delle tante.

Parcheggio-cartellino-tasto power del pc-bagno-lancio del browser

La sacra, amata&odiata routine di sempre.
Quel giorno, però, si sentiva più incazzato del solito, forse perchè era lunedì, o fors'anche perchè la sua squadra del cuore, nel posticipo serale della domenica pallonara, aveva rimediato un misero pareggio in casa con la penultima in classifica. Cose che capitavano, ma lui era abbastanza intransigente verso simili "fastidiosi contrattempi".

Quella mattina era decisamente di cattivo umore. Nel seminterrato dove lavorava faceva freddo, tirava un vento gelido, neanche si fosse a Courmayeur. Quei cretini della vigilanza avevano un'altra volta lasciato le porte antipanico aperte: gliel'aveva detto migliaia di volte, ma quelli uscivano per fumare e poi lasciavano tutto spalancato.


"Che siamo al Colosseo per caso?",
bofonchiava a voce alta sperando lo sentissero. Ma invano..


In compenso le luci dei neon erano irritanti, tanto più quando fuori era ancora buio e solo i flebili riflessi giallognoli dei lampioni di strada filtravano dalle sporche finestrelle poste nell'angolo del grande open space dove era rintanato. Così, per una buona oretta si lasciava i larghi occhiali da sole ben calcati sugli occhi, gironzolando in rete.
Aveva un ordine ben preciso con cui iniziava la giornaliera navigazione: il suo forum preferito di musica, qualche video, la rassegna dei quotidiani sportivi e di quelli di informazione. Poi la casella email ed il suo blog.

A Luca piaceva il metal, in tutte le sue sfumature, dal thrash all'heavy, dal sinfonico al folk, passando per il death ed il black. Aveva iniziato da adolescente con i Metallica, come molti sui coetanei. Si era negli anni '90, quelli di Black Album, un disco che rappresentò un punto di svolta per la band, che, da una parte consacrò i "four horsemen" al grande pubblico, e dall'altra gli fece piovere una tempesta di critiche da parte delle frange più intransigenti. Nonostante quel periodo fosse molto ricco di band (Iron Maiden, Slayer, Megadeth, Anthrax) Luca aveva scelto i Metallica, aveva visto in loro una luce particolare. Si identificava in quei testi, nei riff violenti, negli a tratti malinconici assoli di Mr Hammett, ma anche nei passaggi più melodici. Master Of Puppets lo aveva stregato. Un brano ed un album così densi di significati, lo spaccato di un periodo storico, politico e culturale denso ed oscuro.

Ma, in realtà, non era questo il suo pezzo preferito in assoluto. Luca amava l'irrequieta tranquillità di Fade To Black. E così, quella mattina decise che era così che voleva iniziare la sua giornata: trovò quasi per caso un live recente, in Asia. Mise le cuffiette, chiuse gli occhi e si lasciò trasportare dall'intro strumentale, delicata, quasi sussurrata. Poi ebbe un lieve sussulto all'attacco vocale di James: quella voce gli faceva venire i brividi.

Life, it seems, will fade away
Drifting further every day
Getting lost within myself
Nothing matters, no one else


Le immagini scorrevano, e gli occhi gli si riempivano. Con la mente correva indietro a qualche anno prima, quando era stato al loro concerto ed aveva desiderato che avessero suonato quella canzone. Purtroppo le sue speranze rimasero disattese: del resto, nulla si poteva contro la nazional-popolare Nothing Else Matters.....

I have lost the will to live
Simply nothing more to give
There is nothing more for me
Need the end to set me free

Things not what they used to be
Missing one inside of me
Deathly lost, this can't be real
Can't stand this hell I feel


Quelle frasi secche, graffianti, rapide stilettate come era nel loro stile. Eppur erano così vere, dipingevano il tema della depressione e del suicidio in modo così nitido. Nessun pittore avrebbe saputo fare di meglio. Forse neanche Van Gogh ci sarebbe riuscito.

Emptiness is filling me
To the point of agony
Growing darkness taking dawn
I was me, but now he's gone

Quella sensazione di vuoto la conosceva bene. Lo aveva accompagnato per tanto tempo e, in fondo, non lo aveva mai abbandonato, anche quando nella sua vita, il nero aveva lasciato posto al meno funereo grigio.

Ma proprio mentre i four horsemen stavano per scatenare tutta la loro violenza con la seconda parte, il classico suono di notifica di msn gli rimbombò nelle orecchie, fastidioso come non mai.
Chi poteva connettersi alle 7 di mattina? Tutti i suoi amici avevano orari da monsignore: chi iniziava a lavoro alle 9, chi alle 10.

Quella notifica lo insospettì. Decise a malinquore di mettere in pausa il video, richiamò dal background  la finestra di chat e lesse il nome: Emma.
Già, proprio lei. Qualche giorno prima lo aveva liquidato senza troppi convenevoli, gli aveva chiesto ciò che le interessava e poi gli aveva assestato un bel "ciao" arido come un tozzo di pane raffermo.

"Le femmine...tutte uguali, quando ottengono ciò che vogliono, ti ripiegano e ti mettono nell'ultimo cassetto del guardaroba" così aveva pensato.

Da quando la sua ultima storia si era conclusa disastrosamente, la sua spietatezza verso il gentil sesso si era acuita, forte del sarcasmo tipico di chi ha l'intento di umiliare e ferire. Quasi come se le colpe di una si riversassero sull'intera categoria. Credeva di aver visto tutti gli angoli possibili dell'universo femminile, di aver esplorato anche le galassie più remote.

In realtà ciò che aveva visto finora era molto poco.

Solo una piccola, rapida e flebile cometa.



 
 
 
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