Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

....as night takes over

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Post n°215 pubblicato il 11 Giugno 2015 da fading_of_the_day
 

 

-Ciao come ti chiami?

Loro due seduti ad un tavolino di un bar.

Lei ed i suoi capelli biondi, appena mossi, ciondolanti pigramente sulla pelle bianca del viso che incastonava due occhi azzurri, luccicanti
d'indaco come squame di sirena accarezzate dal sole.

Strinse le guance per succhiare dalla cannuccia. Si rese conto dell'espressione buffa che aveva fatto e rise di gusto con la mano a coprire la bocca, in un gesto di pura educazione.

Lui la guardò divertito e lei ricambiò con il bacio effimero delle sue ciglia.
Sciolse dalla presa le sue dita di cigno, che erano intrecciate attorno al bicchiere, lo posò e sorrise.

-Sophie. Mi chiamo Sophie.

Quel nome come un soffio di bolle vivaci, che si aprivano lasciando cadere profumo di fiori.

La prima volta che uscirono insieme andò così e lui pensò che l'amore non poteva essere governato a comando: non ci si poteva imporre di amare semplicemente schiacciando un bottone, come automi fatti di elettricità e metallo. Non era sufficiente la volontà, ma era necessario il caso. Il trovarsi nel posto giusto al momento giusto, il guardare nella stessa direzione, il sorridersi a distanza per poi colmare lo spazio.

Ciò che davvero affascinava un osservatore attento, dotato di un minimo di acume, era un aspetto, tanto ovvio quanto illuminante. Nonostante la scienza, nonostante il progresso e l'evoluzione umana, nonostante fossero stati scritti nel corso dei secoli tavole di argilla, papiri e pergamene, fiumi di inchiostro e bit, c'erano un sacco di cose riguardo l'amore  non avevano una spiegazione. L'unico aspetto incontrovertibile era la sua presenza. Una certezza, una costante gravitazionale valida ovunque sulla Terra e, forse, anche altrove.

Sophie era stato un colpo di fortuna, un azzardo del caso. Il numero tredici su cui si era posata la pallina della roulette e sul quale nessun'altro aveva puntato.

Dopo Liz non c'era stata nessun'altra nella sua vita e Sophie era il piccolo puntino luminoso sulla strada di campagna, il bagliore che gli avrebbe evitato di andare a sbattere. Non contro un albero, ma contro la solita bottiglia, nel solito bar, con il solito barista che asciugava boccali ed annuiva composto all'ennesima storia di dolore, che il disperato di turno gli propinava.

Quel piccolo germoglio scampato al rogo degli Unni non rappresentava il definitivo ritorno alla normalità, ma, quantomeno, un soffio di speranza. Un barlume di fiducia avente le sembianze delle labbra di Sophie. Quelle stesse labbra che, proprio in quel momento, regalavano l'ennesimo bacio alla cannuccia del bicchiere. La sua mano flessuosa scivolò verso quella di Nicolas. Si aprì sul suo pugno chiuso e lui ne percepì il tocco. La morbidezza della seta ed il tepore del fuoco appena acceso.

Lui la ricambiò con uno sguardo un po' imabrazzato. Forse non si aspettava quel gesto. O, forse, non ci era più abituato. Riflettè per qualche istante e si accorse che ricevere il tocco di una donna era una cosa che si poteva dimenticare col tempo, come nel suo caso, ma quando ricapitava, ci si rendeva conto di quanto fosse prezioso. Inalienabile.

Non ci furono altri drink, né altre carezze da parte di Sophie.

Lei gli aveva lanciato un'occhiata, lasciando intendere che era ora che il bicchiere rimanese orfano dei suoi baci. Lui si alzò e sentì la porta del locale, seppur lontana, calamitarlo verso il suo centro, come se le leggi della fisica fossero state sovvertite. Come se la gravità esprimesse la propria presenza in senso orizzontale. In breve si trovarono fuori e lui percepì la seconda sensazione familiare dopo la carezza di Sophie. Sentì il suo respiro sul collo sussurrargli qualcosa che capì dopo, solo qualche minuto più tardi quando raggiunsero l'appartamento di lei.

I loro vestiti, improvvisamente, acquistarono un paio di taglie in più, ed attraversarono i loro corpi, adagiandosi a terra, come se quest'ultimi fossero irreali, impalpabili. Essenze di antimateria, orbite di elettroni troppo lasche per poter opporre resistenza.

Ciò che Nicolas vide in quei secondi fu una sequenza di fotogrammi dai colori vividi, come se fosse stato applicato un filtro ottico di quelli professionali. Le immagini scorrevano rapide come se la sua mente fosse sotto effetto di droghe sintetiche. 

A condurre il gioco era Sophie.

Sophie ed il suo tocco di raso.
Sophie ed i suoi occhi azzurri, come cristalli di ghiaccio sulla superficie del mare.

 
 
 
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LOVING ELISA BROWN 2/2

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