Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

....as night takes over

HAUNTED BY YOUR....MUSIC (1/5)

 

HAUNTED BY YOUR....MUSIC (3/5)

 

HAUNTED BY YOUR....MUSIC (4/5)

 

 

« The Quest Of A DreamDaylight Romance »

Traumnovelle

Post n°56 pubblicato il 15 Luglio 2011 da fading_of_the_day
 

L'esperienza insegna che è difficile delineare i confini tra realtà e sogno.
Ma c'è una cosa che il senso comune sottende: è ancora più difficile tracciarli se il sogno fatto corrisponde ad un incoscio desiderio. Ad un qualcosa che ci seduce senza che ne avessimo fatto richiesta esplicita.

Il sogno squarcia l'alba come una rete di pugnali e si affaccia al davanzale del nuovo giorno con tutta l'arroganza di chi vuol farsi notare. Ma ci sono casi in cui il nuovo arrivato si scontra con qualcosa di più ostico della semplice vita reale. Spesso un desiderio si scontra con un altro desiderio, per giunta, in dirittura d'arrivo.

E' una sfida metafisica, un "doppio sogno" investito dalla paradossalità di prendere corpo nel reale.

L'incontro con Laura lo aveva scagliato come una freccia nel futuro di pensieri troppo azzardati per essere contestualizzati in un momento così importante. Troppo imbarazzanti, per poter galleggiare come palloncini tra i tabelloni degli arrivi. Troppo impudici, per poter scivolare tra i nastri trasportatori di valigie stanche che provenivano da molto lontano.

Perchè si era sentito così a suo agio durante quella breve parentesi? Cosa gli aveva lasciato quel dialogo ? Cosa volevano l'uno dall'altra? Troppi punti interrogativi si rincorrevano affannandosi su una folle e visionaria scala di Escher.

Ma, forse, la domanda a cui era più difficile rispondere - quella che aveva troppa paura a porsi - era un'altra.
Poteva fidarsi di sè stesso?

Per nove minuti e trenta secondi, Emma si era smaterializzata dalla sua testa.
Possibile che fossero state sufficienti le cortesie (apparentemente solo) professionali di una hostess di terra per sviare la sua mente a quel modo? Quell'inaspettata scarica elettrica lo aveva fatto sentire improvvisamente destabilizzato e disorientato.

Finora nella sua mente si era configurato un'unico, inappellabile ed imprescindibile mondo, in cui tutto gravitava attorno a ciocche bionde ed iridi nocciola. Aveva elaborato infinite volte l'arrivo di Emma, impreziosendolo sempre con nuovi dettagli, nuove sfumature. Come un quadro che l'artista osserva e perfeziona ogni giorno. Era arrivato al punto di rivivere mentalmente tutti gli attimi del suo presente, sintonizzandoli su di lei. E ora erano bastati meno di dieci minuti di blackout per mettere in discussione quello in cui aveva creduto ciecamente negli ultimi sei mesi.

Nel tentativo di darsi conforto, Luca provò a guardare quella breve parentesi con la compromissione di chi iniziava a sentirsi spalla involontaria di un azzardo capitato lì per caso, azzardo  sul quale non si sarebbe mai sognato di puntare un centesimo. Ma il fatto stesso che avesse attaccato discorso con lei così affabilmente, rendeva traballante la logica dell'evento fortuito in cui stava tentando di intingere l'imbarazzo di reiterati sguardi e parole.

Con lo stomaco come un quadro futurista e l'espressione malinconica  e deferente tipica di chi ha la coscienza sudicia, aspettava al varco degli arrivi e percepiva come ingiudicabile il suo stato d'animo. L'aspetto della vicenda che lo irritava di più era che non riusciva a godere appieno dell'arrivo di Emma.

All'improvviso la vide da lontano, senza essere visto.
Laura-Sophia parve dissolversi istantaneamente tra le nebbie di inverni lontani.

Rapida gli si affacciò una constatazione che gettava ancor più indietro nelle sabbie del tempo l'immagine della bella hostess: in fondo si era trattato solo di una bella ragazza con cui aveva conversato amabilmente per pochissimi minuti. Le piaceva, ok, ma era forse peccato apprezzare la bellezza di altre donne? Emma vagava il mondo fissando
, forse, costantemente i suoi piedi? Scrollò le spalle, rinfrancato dal fatto che il silente soliloquio gli avesse gettato una corda nel baratro. Quella favolosa intuizione gli provocò un'imprevista vampa di entusiasmo, che si andò a sommare all'esaltazione di essere sul punto di riavere Emma.

Avrebbe voluto sbracciarsi per farsi notare, ma resistette alla tentazione di chiamarla. Preferì godersi lo spettacolo del suo arrivo, provando quell'orgoglioso miscuglio di soddisfazione e vanità che gli avrebbe percorso la schiena, nel momento in cui tutto l'aereoporto si fosse accorto che era lui il beneficiario di cotanto miracolo genetico.

Emma indossava una maglietta chiara sull'azzurro pastello ed un paio di jeans attillati che le calzavano così a pennello che era difficile scorgere la benché minima piega sulla sua silhouette. E poi i tacchi, particolare questo che suscitò la sua curiosità: come aveva potuto attraversare oceani e continenti così scomoda?

I Rayban calati sugli occhi nascondevano, forse, i dettagli della stanchezza, mentre i capelli splendevano bellissimi, di un biondo più caldo, più vivo di come ricordava, come se a baciarli fosse stato il sole d'estate. Le labbra lucide parevano fresche di trucco: la postura del volto non faceva altro che evidenziare come la parte inferiore fosse leggermente più grande della superiore, particolare questo che lui aveva sempre considerato pazzescamente sensuale.

Emma non sembrava reduce da più di quindici ore di viaggio. Era perfetta per come appariva. Camminava disinvolta portando due trolley, con un'andatura così sciolta, così fluida rispetto al resto della popolazione femminile di quell'aeroporto, che la sua istantanea sembrava appena ritagliata da un catalogo di Calvin Klein. Non lo sfiorò l'idea di andarle incontro per darle una mano.
Non per cafonaggine, ma semplicemente perchè era pietrificato da quella visione.

Lei continuava a guardarsi attorno, con l'aria smarrita ed un'adorabile espressione bambinesca di disappunto.
Lui non  resistette oltre.  Mostrò una mano alzata.
Lei captò il  segnale, filtrando con lo sguardo tra le decine di anonime teste che li dividevano.
Spostò gli occhiali sui capelli, mise a fuoco e sgranò gli occhi sorpresa, soffiando un bacio nell'aria.

Poi aprì le spalle, inspirò lungo e, sorridendo, iniziò a correre verso il suo sogno..

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

LOVING ELISA BROWN 2/2

Citazioni nei Blog Amici: 18
 
 

ULTIME VISITE AL BLOG

cassetta2nodopurpureoNoRiKo564Rosecestlavielascrivanafading_of_the_daySky_Eaglesperanza1945IlGrandeSonnolab79cloneselvaggiopsicologiaforenserioga651965pantarei63rbfinancial
 

ULTIMI COMMENTI

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

AREA PERSONALE

 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963