Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

....as night takes over

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Lime Smell

Post n°46 pubblicato il 25 Maggio 2011 da fading_of_the_day
 



Quella mattina era
decisamente di pessimo umore.
Dopo aver parcheggiato, più o meno nello stesso posto come sempre, si era avviato verso il carraio di accesso dell'elefantiaco palazzo dove lavorava.

Quella mattina, a differenza di altre, alzò lo sguardo, con un'espressione quasi compassionevole, di biasimo verso quello sproporzionato ammasso di cemento, ferro e cavi. Era inusitatamente ingombrante, inutilmente acceso di luci già ad un'ora in cui non c'erano che i proverbiali quattro gatti.

Mentre scendeva lento lungo il vialetto di accesso, non potè far a meno di dipingersi sulle labbra un sorriso
sardonico di compatimento. Quell'immensa struttura rappresentava una metafora, ancor prima di essere un luogo fisico in cui qualche centinaio di persone condividono spazi angusti per 8 ore al giorno. Il "palazzo" incorporava in sè l'idea di fallimento a livello sociale. Non c'era nulla in lui che funzionasse adeguatamente. Nessun organo di quella mastodontica torre di Babele pompava sangue nella maniera corretta.

Il "palazzo" sembrava rispecchiare un sotteso ordine sociale. Dall'ottavo piano in su c'erano le stanze più luminose, dalle quali la visuale non era esclusa da altri casermoni grigi. Lo spettacolo non erano un granchè, ma nel piattume generale anche le macchine in coda al semaforo della grande arteria che si dirigeva verso sud, esercitavano un certo fascino. La metà inferiore era un labirinto di stanze più disadorne e meno luminose, che davano l'affaccio sulla palazzina satellite più bassa. Il quadro della "casta" veniva completato dal piano interrato, in cui si aveva la percezione fossero allocati gli impiegati più infimi, meno affidabili, colpevoli di chissà quali misfatti impiegatizi, tanto era acre il puzzo di aria viziata e stantia, al quale si aggiungeva, nelle mattinate di pioggia, una inconfondibile fragranza di muffa, così pungente da solleticare le narici.

Quella mattina, come una delle tante, zampettò molle il pc. Gli echi del week end risuonavano nelle sue orecchie come canti di sirena, anche se mai in quella stasi letargica avrebbe potuto immaginare che potesse abbattersi una simile rivoluzione copernicana.

Quando il telefono vibrò, la sua mente venne aspirata in superficie dalla cambusa dei pensieri. L'ovale del suo volto si contrasse in una smorfia di fastidio.
Letto il chiamante, inarcò il sopracciglio elargendo un'eloquente gesto di disapprovazione. Per alcuni secondi montò in lui l'orgoglio che fece strada all'idea di negarsi. Aleggiò nella stanza un gruppetto cupo di corvi vendicativi che, dimenando il becco, sembravano incitarlo all'edificazione di barricate.

Ma istanti dopo cedette alle lusinghe della parte sinistra del cuore, sgonfiò il petto, aprì idealmente la finestra ed i corvi si dispersero nel lucore della primavera avanzata.

Con una punta di rassegnazione pigiò vigoroso il tasto di risposta.


"Ciao Luca"
"Mi fa piacere sentirti con 24 ore esatte di ritardo"
- replicò con una punta di sarcasmo
"Hai ragione. Non ti ho detto nulla lo so. Ma non volevo darti problemi con la tua compagna..."
"La scusa è un po' tirata per i capelli non credi?"


In realtà non era la risposta che avrebbe voluto dare. In un certo senso Emma non aveva tutti i torti. Nei pochi attimi di silenzio che seguirono, riuscì a concordare con la fondatezza di quella affermazione.


-Senti deponiamo le armi
- aggiunse in tono dimesso - stavo solo dicendo che vederti mi avrebbe fatto piacere...
-Beh, se è per questo, possiamo ancora farlo... Mi hanno cancellato il volo, parto domani.
Ti va di raggiungermi, appena puoi?


Il frullato di sensazioni provate nell'immediato fu per Luca una piacevole novità.
Avvertiva che tutti gli organi interni, dai polmoni in giù, erano indistinguibili per forma e collocazione. In più, a picchiettare sul vetro della finestra, non c'erano più funerei corvi, ma slanciati aironi che si accarezzano l'un l'altro con i lunghi colli. Il puzzo di cantina, poi, si era tramutato in fresco aroma di cedri e persino la macchiolina di muffa lì, nell'angolo del soffitto, aveva le sembianze di morbido muschio del nord.


-Co...come no, scherzi... Non sono distante dall'aereoporto
-Dai ci prendiamo una cosa insieme. Devo parlarti.
-Bene... dai devo solo fare una cosa e sono da te.

 
 
 
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