Fading of the day

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-Sai Jeremy, voglio rivelarti una cosa...

Il tono si fece inaspettatamente pacato, confessionale nella sua pudicità. Una goccia di sangue cadde dal braccio di Sinead in terra. Fiona lo guardò con sufficienza, come se fosse un insetto insignificante passato di lì per caso.

-...vedi, io credo che la maggior parte delle persone sia innatamente ingenua. Altrimenti, alcune cose non si spiegherebbero. Non si spiegherebbero proprio...

Sinead ed io ci guardammo nel nostro codice segreto, condividendo l'inquietudine per la lucida follia di quella donna. Tentammo in tutti i modi di mantenere la calma ed il pieno possesso delle nostre facoltà mentali, ma ci sentivamo come una coppia di volpi. Sfuggenti, nervose, con quella tipica apprensione smunta che le faceva tremare indipendentemente dalla situazione atmosferica.

-Prendiamo Elisa, tua moglie. Insomma: dopo una vita durante la quale non me ne è importato nulla di lei, ad un certo punto ho cercato di riavvicinarmi. E se avesse avuto un po' di sale in zucca, avrebbe capito che il motivo non era un'improvvisa e smodata necessità di amore filiale, ma bensì, molto più prosaicamente, la pecunia... Il soldo, Jeremy.

Fiona dissertava in linguaggio aulico come fosse un professore universitario di un corso di filosofia, uno di quei corsi a cui partecipavano pochi eletti: per la precisione due. E legati alle rispettive sedie.

-Se posso - la interruppi con garbo - Elisa era convinta che fosse possibile per tutti cambiare. E se questo, per te, vuol dire essere ingenui, allora Elisa lo era. Ed io con lei...

Ripresi fiato dopo quelle parole, con il cuore che mi sferragliava nel petto, sospinto dall'adrenalina, dalla paura di non sapere cosa avesse di preciso in mente quella donna. Non avevo neppure idea su come pormi in casi del genere e stavo andando a braccio e l'unica cosa che potevo fare era incrociare, virtualmente, le dita. Fiona, braccia conserte, mi guardò con l'espressione concentrata, con la riflessitivtà protratta di chi stava rimurginanado su quanto fosse insulsa una eventualità del genere. La sua era la postura di chi voleva argomentare inattacabilmente a quell'assurdità, sgombrando il campo da ogni possibilità di replica.

-E' un'atteggiamento lodevole, il vostro, ma inutile - sentenziò asciutta - perchè certe persone non cambiano mai.
Prese una pausa lasciando che nell'aria maturasse quel concetto freddo che sapeva di disinfettante per ospedali.

-Vi starete facendo tante domande - e rivolse lo sguardo ad una impietrita Sinead - in cima alle quali una, grande, la più importante di tutte: un punto interrogativo che balzella come  una moneta nei videogiochi. Perchè.

L'essere stata chiamata in causa con lo sguardo causò sgomento in Sinead. Durante quel confronto visivo espose occhi pieni di terrore, come se stesse per cadere all'indietro e non ci fosse nessuno pronto ad afferrarla.

-Beh, la risposta è molto semplice, ancora più semplice di quanto pensiate voi. Sapevo tutto. Elisa mi aveva raccontato i particolari della sua scoperta. Poi il caso volle che, qualche mese addietro, avessi conosciuto Paredes...

Già, Paredes. Ecco le caselline del gioco che, pian piano, si illuminavano. Fiona fece qualche passo braccia conserte e sguardo rivolto ai piedi. Coprì una distanza di pochi metri e si frappose tra me e Sinead.