Fading of the day

Shot In The Dark

-Ma tu hai mai avuto prove concrete che si frequentassero. Che insomma lui ti...
-Mi mettesse le corna?

Ecco la parola che fino a quel momento era stata accuratamente evitata.

Emma inspirò lungo tutto l'odore acre del fiume.

-Venni avvicinata da questa tizia circa una settimana prima che Danny morisse nell'incidente. Dopo aver ricevuto la sua visita corsi da lui per chiedergli spiegazioni. Mi rassicurò dicendo che era una pazza, che aveva seri problemi di testa. Però, intanto, lei era lì, a rovinarmi ed a rovinarci la vita.


Il pixel puntiforme di Caroline iniziava a mostrarsi alla distanza, in tutta la sua fastidiosa e caleidoscopica luminescenza.


-Per cui era la parola della pazza contro quella del tuo fidanzato - tentò di ammorbidire lui - Certezze non ce ne sono...
-Così sembrerebbe. Però non è tutto...


Emma si era seduta su uno scalino. Compì una manovra rapida con la quale cambiò l'accavallamento delle gambe. Quel racconto rendeva la sua postura scomoda. Ogni parola, ogni frase era una ditata nelle costole dal sapore di beffa ed impotenza. I silenzi dapprima brevi, ora sembravano avere una vastità quasi geologica ed affondavano nel cielo liquido, reso ancor più umido dall'aria rarefatta.


-Un paio di giorni dopo trovai nella cassetta della posta una busta, una busta giallognola con delle foto dentro. C'erano loro due sorridenti che si abbracciavano..
-Questo però non prova nulla però - analizzò lucidamente lui - potrebbero benissimo esser state scattate al campus. Potrebbero esser parte di quelle che compongono l'annuario dell'università. Ci sono tante possibili strade per motivarle...
-Il fatto è che - proseguì lei con aria stanca - tra queste foto "innocenti", ce ne erano un paio, prese un po' da lontano. Come da qualcuno che si era nascosto dietro ad una finestra. C'erano due ragazzi nel giardino del campus che si baciavano. Insomma sembravano proprio loro...


Emma si morse il labbro come per agevolare l'affiorare dei ricordi dolorosi.


-E ne hai parlato con lui? Cosa ti ha detto?
-Il giorno stesso dell'incidente, sono andata da Danny, foto alla mano. Ha cercato di difendersi dicendo che si trattava dell'annuario. Quanto a quelle incriminate insisteva col dire che non era lui.  Ma non fu molto convincente.


Emma, seduta sul freddo gradino di marmo, si rannicchiò, apparendo di colpo piccola ed indifesa, in un esercizio di umiltà che contrastava con la figura algida ed elevata di inizio serata.


-La situazione precipitò improvvisamente. Non credetti ad una sola parola.

Lo sguardo si fece di colpo cupo, l'espressione risoluta. Aumentò la frequenza delle sue battute, dei suoi respiri, come se stesse rivivendo il climax di quello scontro.


-In quel momento ero fuori di me. Lo mandai al diavolo, gli dissi che tra noi era finita. Lui tentò di spiegarsi, ma ogni singola parola non era altro che un piccolo pugnale che mi faceva ancor più sanguinare. Ad un certo punto sbottò e andò di corsa al molo. Lo faceva sempre quando voleva stare da solo. Prese la barca e non tornò più.


La tensione di quell'ultimo monologo calava come un blocco di gesso bianco nel silenzio della notte nera, squarciato solo da tacchi lontani di donne sole e dallo scorrere pastoso del fiume. Quelle ultime frasi avevano la gravità di una lapidaria senteza. Emma aveva esternato il suo senso di colpa, lo aveva messo a nudo nell'immobilità della notte, lo aveva esposto alle fauci di iene ed avvoltoi che si sarebbero cibati della carcassa del suo passato. Ma il sacrificio non era stato compiuto invano.

Ora si sentiva diversa, leggera, pronta a ricominciare davvero quella vita che, fino a quel momento, le aveva tolto troppo.