Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

....as night takes over

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Train De Vie

Post n°64 pubblicato il 31 Agosto 2011 da fading_of_the_day
 

La sua voce era profonda, di quelle che ti risuonano dentro come tamburi nella cassa toracica. La sua voce penetrava, come quelle del sud, tutta bourbon e camicie rosse a quadri. Ma c'era un particolare. Lei non era nè del Kentucky, né dell'Alabama. Lei era Emma, australiana dello stato di Adelaide.
E sapeva cantare.

Dei del cielo, se sapeva cantare.


La voce di Emma, quando cantava, era di quelle di chi ha bevuto e fumato per un tempo indefinito della propria vita. Richiamava il rock ed il country di cappelli da cow boy e tori da domare, birre e hamburger che non entravano in boccali e piatti già grandi di loro.

C'erano due Emma. Quella timorosa che riveriva anche i nemici più piccoli di lei e quella dietro il microfono, sul palco. Quando era lì, tirava fuori pennellate di rosso e blu intense e graffi di unghie da felino.

Ma la voce di Emma non sapeva essere solo profonda. Era anche vibrante, era in grado di oscillare come un soffio di corde d'arpa fatte di seta.


-Vieni a sentirmi cantare - 
gli disse musicale - c'è un festival country in Francia del sud.


Francia del sud pensò lui.
Costa Azzurra, Linguadoca e poi dritto fino al villaggio catalano, a cavallo dei Pirenei.
Francia del sud, con le sue Antibes, le sue Nizza e, perchè no, le sue Montecarlo.
Macchina scoperta sole della costa, auotostrade ciclopiche a cinque corsie.


-Macchina scoperta che non abbiamo... - fece lei un pelo delusa
-Si può sempre affittare... - ribattè lui effimero


A lui piaceva la Francia, adorava le consonanti sospese e le vocali dilatate. Adorava il francese e le francesi. Con una di loro aveva avuto una liason più di una decina d'anni prima, in vacanza. Le francesi avevano la magia delle "r" trascinate, delle "n" nasali che risuonavano nel petto come un bacio profondo. Portavano con loro la delizia delle vocali estese come uno specchio d'acqua che si affaccia verso il grande mare.


-Questa me la porto in Italia...


Così pensò durante quella lunga notte balearica, in cui le sue labbra, le labbra di Dauphine, profumavano di vodka alla fragola. Nell'aria il beat tribal di quegli irrequieti fine anni '90, dove i problemi del mondo si credevano risolti alla mezzanotte del nuovo millennio.

Sedussero la notte con tensione e incanto e risate portate dall'alcool insieme a sogni e parole evaporate nell'aria. Ma Dauphine era una creatura della notte, uno di quei corpicini esili con le ali bianche e piumate, allergica alla luce del sole. E così, al mattino, il suo fotogramma, il suo negativo impresso sul muro dei ricordi, era poco più dello sbuffo di una balena che si inabissa all'orizzonte.

Lui rimase solo con il profumo di castagna tra le dita e il sapore di fragola tra le labbra.
E nulla più.


-Sai, ho sempre sognato di andare in Francia. Parigi, Mont Martre, la Loira...
-Non dirmi che in tutto il tuo vagabondare non ci sei mai stata?
-Veramente si, però il fatto è che quando sei in tournée le città è come se non le vedessi. Aereoporto-hotel-locale-hotel-aereoporto. Stop.
-Praticamente potresti essere ovunque, in un qualsiasi maleodorante scantinato e non ti accorgeresti se là fuori c'è Londra, Buenos Aires, New York... Non è un po' frustrante?
-Si abbastanza... Ci volevi tu per farmi girare un po' come si deve... Ma tu sei mai stato in Francia?



Luca scostò lo sguardo cercando inestistenti gabbiani che accarezzavano il pelo dell'acqua.


-Si ci sono stato -
aggiunse con un sorriso troppo eloquente per essere una semplice ammissione geografica.
-Ecco ti ho beccato... C'è di mezzo una donna. Insomma... almeno una....



Emma sorrise come se lo avesse colto di sorpresa con le mani nel pacco di biscotti. Ma il suo fu un sorriso sincero. Non c'era alcuna tensione o gelosia. Gli spettri della notte romana erano stati spazzati via dalla brezza che si può godere dalle pyramide di Anitibes. Emma aveva finalmente riconquistato l'equilibrio delle sue lune e dei suoi soli interiori.


-Insomma sì, la Francia mi è piaciuta. Sono stato proprio in Costa Azzurra. Ma mai a Parigi. Parigi non mi attira molto.
-Ok, non divagare. La Francia ti piace, lo abbiamo capito. Ma che mi dici delle francesi...
?


Tana. Punto per l'australiana.


-Tesoro, non rimettiamo in mezzo donne e passato: non voglio finire come qualche notte fa. Ti prego.
-Se te lo chiedo è perchè sono soltanto curiosa. Prometto che non mi arrabbierò. Parola di
aussie.


Emma sorrise portandosi la mano destra sul cuore come fanno i testimoni nei processi dei telefilm americani. Mancava solo la Bibbia.


-Una francese nella mia vita c'è stata. Ma in realtà l'ho conosciuta in Spagna. Era di Parigi. Si chiamava Dauphine.



Luca gonfiò il torace come se stesse tirando da una sigaretta e, abbassando lo sguardo verso terra, prese a fissarsi bambinescamente le scarpe.


-Come siamo tirati nel raccontare le cose.... Te l'ho detto: sono tranquilla ora...
-Il fatto è che di questa ragazza, Dauphine, mi ero innamorato. Sul serio.

 
 
 
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