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In A Reverie - "The Barbershop"

Post n°49 pubblicato il 01 Giugno 2011 da fading_of_the_day
 

 

Caro Diario,

io e il mio barbiere condividiamo l'amore per la stessa squadra di calcio oltre ad essere quasi coetanei. O almeno credo, visto che non so con esattezza quanti anni abbia lui.

Ad ogni modo: qualche mese addietro, un sabato pomeriggio sul presto, andai da lui. Non c'era nessuno (scelgo sempre quella fascia d'orario, quando posso, per girare alla larga dalle oceaniche messe in piega delle signore di mezza età) e lo vidi curvo sul tavolo che leggeva un quotidiano sportivo e scriveva all'unisono appunti a margine, neanche fosse un critico letterario.


-Allora tutto fatto. Ho i calcoli: ti faccio vedere come andiamo in Champions!


Io sorrisi. Per un quarto posto serviva non meno di un intervento di intelligenze superiori.
Comunque fui incuriosito dal suo trafficare di numeri.


-Quali sarebbero le tue previsioni?
-Guarda. Tutto scritto qui. Tre punti col Catania. uno col Napoli, vittoria col Chievo in casa....
Ci siamo, fidati.



Due settimane fa.
Campionato concluso. Diciamo che non è andata male.
Diciamo solo che è stato il peggior risultato degli ultimi vent'anni.

Qualche giorno dopo vado a tagliarmi i capelli.


-Ehilà ciao



Io e il mio barbiere ci conosciamo da qualche anno.
Parliamo ogni santo mese di pallone, ci raccontiamo cose della nostra vita (tipo che fai a capodanno, dove passi le vacanze estive, nell'amatriciana ci metti il peperoncino o no), facciamo battute su questo o quel personaggio pubblico, ma non sappiamo l'uno il nome dell'altro.
Ma non mi preoccupo: verrà il giorno in cui ci presenteremo.
Essere romani vuol dire anche questo...

Gli rispondo sorridendo, con un cenno del capo, forte di avere dalla mia il funesto esito pallonaro.


-Tutto a posto? Hai già prenotato le vacanze quest'estate?


Ed io, con dipinto un grosso punto interrogativo sulla fronte...


-Si perchè?
-Allora ascoltami. Disdici tutto. Prendi 3.000 euro e li punti tutti sulla nostra vittoria al prossimo campionato. Ci danno a 7. Vuol dire 21.000 cucuzze... Anno prossimo te ne vai un mese in Polinesia. Stai tranquillo...


Irrigidisco la mascella e con tutta la sfiducia possibile che posso far evaporare dalla mia faccia gli obietto:


-Di te non mi fido più. Avevi tirato giù calcoli orbitali l'altra volta e abbiamo rimediato un miserabile settimo posto...


Al riaffacciarsi della disfatta si cala giù una patina di perplessità.


-Mah... vabbè alla fine si sono sfilacciati dai...


Io ci metto il carico.


-No guarda, alla fine ci sarebbero voluti allineamenti stellari, tipo Marte in trigono con Urano e il Sagittario che lancia frecce all'Ariete per magnarselo... Io al massimo ci metto 50 euro sulla tua scommesso. Non un uno di più.


Il taglio prosegue liscio, discutendo del nuovo allenatore, del perchè il direttore sportivo non è stato cacciato a calci in culo, della prossima campagna acquisti, di chi vorrebbe lui, di chi vorrei io e, non ultimo, del fatto che vogliamo cose molto diverse.

Ad un certo punto è come risvegliato dalla tarantola delle sue mani che vorticano.


-Ehi ma oggi ti vedo diverso. O c'hai 'na paresi o hai vinto al superenalotto. Nel qual caso il taglio costa 50 euro...
-No beh, se avessi vinto al superenalotto ora tu avresti le sembianze di una donzella mora, questo negozio supermoderno sarebbe una bottega e fuori in strada ci sarebbero le indicazioni per Playa Del Carmen...
-Ah beh non hai tutti i torti...
-Il fatto è che
- proseguo io - finalmente sono riuscito a far cadere la ragazza che mi piaceva tanto
-Allora si festeggia no?
-Ehhhh, ma c'è un piccolo problema. Ora devo dirlo alla mia attuale fidanzata...
-Mmmhhh, io mi tiro fuori



fa lui imponendo le braccia come per creare distanza.


-Vabbè così so' boni tutti. Ma come, sei un barbiere.... Sei il depositario per eccellenza della saggezza popolare, il personal trainer per antonomasia delle anime in pena, dammi qualche idea no?


Lui rimane in silenzio qualche minuto mentre sforbicia gli ultimi ritocchi sulla nuca. Ad un tratto si fa serio - lo vedo dallo specchio - quasi accigliato, come il cielo estivo che si oscura prima di un temporale. Con la voce bassa, impostata, esala la sua sentenza.


-Io sarei per la terapia d'urto. Stasera la vedi e le dici tutto. Senza esitazioni, con fermezza. Le spieghi che ami un'altra, che per lei non senti le stesse cose.
Dai, è come toglierti un dente, prima lo fai meglio è. Non far passare troppo tempo. Sarà peggio.



Caro Diario, io invidio le persone come il mio barbiere, quelli che ragionano per importanza, che demoliscono le molestie della vita a colpi di filosofia spiccia, quelli che hanno lo sguardo sicuro di chi si è tolto il fango dai vestiti ben più di una volta. Io non ci riesco ad essere così terra terra. Non li sto etichettando di ignoranza. Tutt'altro. Sto solo dicendo che non riesco ad esercitare un impatto così easy sulle questioni della mia vita. Tendo a riflettere, a partire per la tangente, a rimurginare sulle mille implicazioni che ciascun-singolo-ramo-decisionale comporta. Io sono in balia costante dei miei ragionamenti, che vanno e vengono facendo i loro comodi nel mio cervello.
Sono troppo analitico.

Insomma, per fartela breve, ho seguito il suo consiglio.
La sera stessa ho parlato con Alessia. Sono stato fermo ma non duro, comprensivo ma non accondiscendente. Ha pianto e un po' io con lei. Le voglio bene, tanti bei momenti non si possono cancellare con una secchiata d'acqua. Ma l'amore è un'altra cosa.
A differenza di quanto mi aspettassi è stata decisa e non ha indugiato. Ha preso le sue cose ed è andata via. Ha voluto chiudere tutto subito. Forse è stato meglio così.
Mi sento un po' triste per lei perchè, in fondo, è una brava ragazza, con i suoi angoli acuti che, in parte, è riuscita a levigare con l'età e l'intelligenza. E' una ragazza sveglia, Alessia, e la bellezza non le manca. Ha tutto per avere successo nella vita e trovare qualcuno che l'ami veramente.
Qualcuno che non abbia una Emma nascosta in qualche cassetto del cuore.

Già Emma...

E' partita da qualche giorno, ci rivedremo, forse, tra un paio di settimana, ma non so bene quando. Mi ha detto che ci saremmo incontrati quando avrebbe anche lei risolto i suoi casini con il tipo.
Spero non le faccia troppi problemi.
Le ho detto: se vuoi vengo lì e ci parlo io. Lei mi fa: no, so come prenderlo, vedo di porgli la cosa in un certo modo. Che poi: come gliela vuoi porre? Lo devi mollare, non credo ci siano tanti bei modi per intortare la mela avvelenata.

Così, l'ultimo ricordo che ho di lei è quel pomeriggio insieme, con le sedioline dell'aereoporto che sembravano poltrone deluxe in pelle. Con le luci delle boutique che parevano animarsi come le vie del centro d'estate al tramonto. Persino il costante vociare dei paseggeri che andavano e venivano lo percepivo come sottile brusio di acqua che scorre.

Avevo la sensazione di essere nella hall di uno di quegli hotel di lusso, con le camere color pastello, le tende del terrazzo avvolgenti, il piumone del letto che ti fa affondare fino al piano inferiore. Quelle suite in cui hai un pulsante per ogni cosa, pervase dal profumo di fiori freschi e dalla musica lounge che ti segue fin sotto la doccia. Ero così positivo che fui assalito da una sorta di adattamento ambientale. Iniziai ad eseguire una serie di gestualità che presupponevano una certa serenità interiore, che in genere non compio, come lisciarmi i capelli, roteare il collo di qualche grado all'indietro, slacciarmi i polsini della camicia (che tra l'altro porto molto raramente...) ed arrotolarmi le maniche.

Ora tutto ciò si è dissolto come un gelato alla nocciola.

Emma mi manca, ma mi manca ancora di più il modo in cui mi fa vedere la cose attorno me. Vederle con i suoi occhi è entusiasmante, è uno spettacolo. Riesce ad investirti con la sua aurea di buonumore, ironia, spontaneità.

Non puoi sottrarti.
Ne rimani semplicemente prigioniero.


 
 
 
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