Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

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My Way Back To You

Post n°93 pubblicato il 15 Novembre 2013 da fading_of_the_day
 

Sentì dei pianti, intrusioni e squarci di sofferenza. Il respiro diventò grave come un liquido denso e pesante e il pianto le imbavagliò gli occhi. Provò un dolore nuovo, diverso dagli altri dolori. Un dolore egoista, che se ne fregava di mettersi in relazione con gli altri dolori. Un dolore privo di qualsiasi senso sociale.

Le donne ed il dolore.
Le donne ed il pianto.

Loro ne sanno tanto, forse troppo. Così tanto che quando sono gli uomini a piangere, pare quasi possano scrutarli dentro e che la loro professionalità sia in grado di percepire tutta la pioggia, il tempo, i soldi e le stagioni che i loro colleghi hanno dentro. Ed è così che assumono in quei frangenti una fisionomia particolare, che innalza il distacco tra chi è debole e chi è forte. Appaiono tutte alte uno e ottanta, bionde, algide, con i loro profili affilati, con la loro carnagione venusiana. Angeli appuntiti e bianchissimi. E li guardano, quegli uomini, dall'alto, da un piedistallo alto un chilometro. Li guardano da su e pensano: lo so cosa c'è che non va, lo so cosa hai dentro. Ora allacciati l'armatura e smettila.

Ma quando sono loro a piangere cosa succede?

Emma si era appena asciugata le lacrime dopo aver fissato a lungo il grosso biglietto aereo destinazione Europa che si rigirava da qualche minuto nelle mani. Come poteva un pezzo di carta contenere in sè, allo stesso tempo, tanto dolore e tanta speranza? Dove era scritto quel piccolo romanzo di letteratura umana?

La bimba con la faccia da adulta, riprese le forze, aveva raggiunto uno di quegli acquari di cristallo in cui nuotava la sala d'aspetto del JFK di New York. Uno di quei posti in cui il ricco mondo americano respirava la propria opulenza corporativa, farcita dal brillio di scintillanti negozi protetti da doppi vetri contro l'assalto del tempo. Templi sacri dai quali esalava il colore e lo stile dei soldi, il livido perlaceo del consumismo innarrestabile.

E la gente, la gente. Si poteva riconoscere nei loro occhi il luccicare dei grandi magazzini nel tardo pomeriggio, quando la chiusura è vicina e dalle casse evapora l'odore di banconote fresche. Gente che entrava ed usciva dalle boutique e che prendeva ascensori panoramici, nuvole silenziose verso attici popolati da ristoranti di lusso.

Cosa aveva Emma da spartire con tutti quei figli legittimi del Ventunesimo secolo?
Poco, se non nulla. Era null'altro che un viandante forestiero e distratto, il cui appetito non sentiva il richiamo delle grasse taverne lungo le mura del castello. Quale languore poteva provare uno stomaco chiuso? Una lastra di marmo freddo al centro del ventre e piccoli ragni che salivano e scendevano sulla schiena. Un mazzo di chiavi ("quando vorrai questa sarà casa tua" le disse una volta) e un'idea. La lucida follia ed il rossore che le avvampò il viso. Catapultarsi di nuovo nella sua vita, stavolta per rimanerci. Per essere sua e di nessun altro. Per soddisfare quel desiderio di proprietà, quell'istinto di appartenenza che punge nel petto e fa pulsare le tempie.

 
 
 
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