Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

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Post n°221 pubblicato il 30 Giugno 2015 da fading_of_the_day
 

 

Dopo dieci anni avevo rotto con Alessia.

Stanti gli esiti disatrosi dell'ultimo periodo, non era né una notizia così sconvolgente né inaspettata. Dopo essermi strigliato un po' lo stomaco in compagnia dei migliori malti scozzesi, avevo metabolizzato la sconfitta e mi sentivo pronto con la mia nuova vita.

Con il passar del tempo mi ero abituato al nuovo status. Avevo conquistato sicurezze che temevo perdute, indipendenza e territorialità in casa. Arrivai ad un punto in cui ero talmente soddisfatto da ciò che avevo, che fu proprio la pensiero di una potenziale nuova storia a farmi ripiombare nell'ansia e nelle incertezze. 

Mi resi conto che iniziare una nuova relazione avrebbe voluto dire dover rimettere tutto in discussione, far vacillare le conquiste appena ottenute. Significava cambiare sia rispetto alla precedente relazione di coppia, sia rispetto all'attuale condizione di single. Mi accorsi di quanto fosse difficile per un essere umano accettare, anche soltanto in astratto, tale possibilità. La paura del cambiamento, in amore come nella vita, era un fantasma che proveniva dal passato e minacciava il presente, un retaggio che ci si portava dietro con l'evoluzione, indissolubilmente legato alla necessità di soddisfare i bisogni primari.

E, molto probabilmente, l'amore era uno di questi.

Tutto questo castello si era eretto nella mia mente mentre, percorrendo la provinciale, vedevo il vento scompigliare i capelli di Eva, con lei che, invece di crucciarsi per le ore spese invano dal parrucchiere, rideva come una bambina alle giostre. Il fatto che il mio incoscio prendesse in considerazione un'eventualità del genere, proprio nell'esatto momento in cui avevo lei al mio fianco, era fortemente indicativo.

Una parte di me si vedeva con Eva nell'immediato. Bramava di passare pomeriggi accocolati sul divano, uscire a cena e guardare il tramonto su una spiaggia d'estate.  Analizzando la cosa superficialmente non ci voleva molto a  capire il perchè: si trattava di un esemplare femminile di rara bellezza, un felino dall'andatura morbida e dal pelo lucente.

L'altra parte di me, invece, vedeva Eva come un potenziale nemico, sia a tutta quella serie di comportamenti ereditati dalle passate relazioni, sia alla ritrovata condizione di solitudine. In entrambi i casi, si trattava di un elemento destabilizzante.

Si accorse che la fissavo.

-So che preferisci guardare me piuttosto che la strada, ma conviene che non ti distrai se vogliamo arrivare sani e salvi...

Un giorno le avrei spiegato che, con l'esperienza, era possibile guidare in completa sicurezza anche sbirciandole gambe della signorina che occupava il posto del passeggero. Ma per il momento mi limitati a darle ragione.

La sera a cena Eva era, se possibile, ancor più bella del pomeriggio. Indossava un vestitino bianco tutto forme che faceva risaltare i capelli scuri e la pelle abbronzata. Quando entrammo nel ristorante, un'epidemia fulminante di strabismo colpì il cento per cento dei maschi in sala.

Il cameriere, un signore di mezza età dal forte accento toscano  e dalla faccia di uno che ne aveva vista di acqua passare sotto i ponti, venne a prendere le ordinazioni.

-Amore tu cosa mangi? - cinquettò lei prendendomi la mano e calcando sulla prima parola.
-Credo che la tagliata sia la specialità della casa - esclamai cercando conferma nel cameriere, che assentì silenzioso, prendendo nota.

-E lei signorina, cosa desidera? Oh, mi scusi... Signora o signorina?

Eva non perse l'occasione per mettere in scena tutto il suo campionario da actor studio.

Sciolse lentamente la presa dalla mia mano, allargò bene in vista tutte e cinque le dita, fissò l'anulare sinistro, e, infine, con uno sguardo languido e con tono a metà tra il deluso ed il sognante, fece al cameriere:

-Come vede, ancora signorina...

A quel punto, il cameriere si sentì in debito di sostenere il piccolo pulcino bagnato e lanciò il suo personale sermone contro il Maligno.

-Guardi non sono solito essere indiscreto, ma se mi posso permettere...

Il cameriere mise le mani avanti per non cadere indietro ed io non potei fare altro che allargare le mie, ormai rassegnato all'inevitabile.

-Non lascerei nubile una signorina graziosa come la sua fidanzata... E' un peccato davvero... Mi creda.

Eva palleggiò, trionfante, lo sguardo da lui a me.

B dodici: incrociatore affondato.

Quando il radar del camerire fu a distanza di sicurezza, fissai Eva in un modo che non dava libero spazio alle interpretazioni.

-Cosa c'è che mi guardi così? Stavo solo al gioco...

Sapeva di mentire spudoratamente ma io, da signore, porsi l'altra guancia.

-Beh potevi almeno evitare di far presente che non ti avessi ancora regalato un anello, Amore...

Ora ero io a calcare l'ultima parola.

-Era solo per farti capire che sarebbe anche ora, Amore...

Fece lei portandosi maliziosamente l'indice sulle labbra.

Ci guardammo per pochi secondi a vicenda, facendo a gara per non ridere.

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Commenti al Post:
oltre_ogni_suono
oltre_ogni_suono il 02/07/15 alle 11:20 via WEB
Al primo post di questa tua nuova storia ho avuto l'impressione che si conoscessero da pochissimo... e, quindi, a leggere addirittura dell'anello ho subito pensato a quanto fosse opportunista sta ragazza, sopratutto con la sottolineatura da "attrice" come se volesse forzare il tutto... ma diciamo che la "non risata" finale ha sciolto un pò l'antipatia che stavo provando verso di lei. Vedremo leggendo chi è lei. Per quanto riguarda la paura di lui, invece, credo sia normalissima ma vedo che, nonostante le ubriacature, ne è uscito da solo senza arrivare al fondo, credo che la sua storia passata sia una di quelle in cui toccando il fondo, l'ha accarezzato solo per un attimo e poi si è svegliato al grido della sua coscienza "cosa diavolo sto facendo?" ed ha rispiccato il salto verso la superficie. Attendo il resto!
 
 
fading_of_the_day
fading_of_the_day il 02/07/15 alle 11:32 via WEB
Avevo il sospetto che lei suscitasse in te e nel pubblico femminile una certa antipatia, determinata dal fatto che, almeno apparentemente, potrebbe essere classificata come una delle classiche "cacciatrici di dote". Il mio intento è quello di tratteggiare un personaggio che si discosti un po' da questa prospettiva e spero di riuscirci. Quanto a lui, ciò che posso dire è che gli errori d'amore spesso portano ad altri errori e serve tanta testa per spezzare questa catena circolare. Come dici tu, ad un certo putno si è risvegliato dall'incubo ed ha ricominciato a vivere. Vedremo come andrà la cosa e che sviluppi ci offrirà. Per il momento, grazie della visita e buona giornata.
 
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