Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

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Messaggi del 18/06/2015

Snapshots Of Life (pt. V)

Post n°218 pubblicato il 18 Giugno 2015 da fading_of_the_day
 

 

 

Cara Sophie,

non è facile condensare in poche righe quello che vorrei dirti. Se ne fossi capace preferirei dipingere un quadro o comporre una musica. Trovo che l'arte, in certi frangenti, possa essere ancor più espressiva delle parole.

Ciò per dirti che non è semplice trovare un punto di partenza a questa lettera. Ma ci provo ugualmente.

Credo che alcune cose non capitino per caso. Non è solo la coincidenza a fare il "lavoro sporco". C'è anche un disegno più ampio dietro a certi miracoli, piccoli e grandi della vita, tra i quali metto il nostro. Sarebbe stato sufficiente che uno di noi avesse scelto un altro posto dove fermarsi a bere e nulla sarebbe mai accaduto. Quel giorno abbiamo imboccato il medesimo sentiero, abbiamo aperto entrambi la stessa porta pur avendone decine tra cui scegliere. Per certi versi, siamo come uno scrittore che, quando mette nero su bianco, decide di vivere una storia pur perdendo tutte le altre. A volte ci si pente di ciò che si lascia per strada, ma nel nostro caso non potremmo rimpiangere nulla di questi mesi passati insieme.

Nel mio caso, non potrei barattare il solo fatto di averti conosciuta con nessuna ricchezza al mondo.

Ci sono tantissime cose che mi hanno conquistato di te fin dal principio, ma se dovessi scegliere, direi che la maniera in cui sei riuscita a farmi innamorare è stata un'esperienza unica. Un vetro colorato  da cui traspariva tutta la semplicità e delicatezza del tuo carattere. Mi hai fatto toccare con mano la sensibilità ultraterrena con cui riesci a creare empatia con chi ti sta a cuore. Non riuscirei a trovare altre parole per definirla, ma so solo che nel centro del mio petto hai fatto cadere un batuffolo di neve che non si scioglierà mai.

Non è stato facile per me trovare un modo di amarti che fosse all'altezza del tuo: non ho la tua spiritualità, ma credo molto nei gesti.  Così tanto, che  un giorno decisi di baciarti sulla fronte, tenedoti il viso tra le mani. Ricordo il tuo stupore ed il tuo sorriso interdetto perchè te ne aspettavi uno sulle labbra. Io ti guardai negli occhi per qualche attimo e tu capisti cosa davvero intendessi. Era la mia promessa di proteggerti sempre. Promessa che, purtroppo, non sono riuscito a mantenere.

Mia dolce bambina, ora ti bacio di nuovo sulla fronte perchè sarai sempre il mio piccolo angioletto da difendere, anche se non sarò più qui. E' questo l'ultimo pensiero che ti dedico e ne sento l'estrema dolcezza. Ti prego non piangere.

Spero che mi capirai.

Nicolas


Nicolas ripiegò la lettera e la appoggiò sullo scrittoio in bella vista.

Si risedette sul divano ed un sorriso beffardo fece capolino sulle sue labbra, come un vento freddo che entrava dal bavero di un caldo cappotto. Pensò al fatto che nella vita esisteva sempre  una prima volta per tutto. Era qualcosa che ci accompagnava durante tutto il corso della nostra vita.
La prima caduta dalla bicicletta, il primo giorno di scuola, il primo bacio, la prima notte d'amore.

Si trattava di un particolare talmente scontato che nessuno ci faceva mai caso. Nessuno pesava mai l'importanza di quel momento, nessuno gli dava mai adeguata cittadinanza nel grande villaggio delle esperienze umane. Eppure era così. C'era sempre una prima volta.

Anzi: per alcune cose c'era anche una seconda e d una terza. E, tra queste, c'era l'amore.

Per altre, purtroppo, non era così. Bisognava rassegnarsi al fatto che fosse tristemente impossibile andare oltre la prima. E tra queste c'era la morte.

Prima di uscire Nicolas aveva preparato sul comodino, accanto al divano,  tre cose: un bicchier d'acqua, una boccetta di sonniferi e una foto di Sophie. Rimase immobile per qualche istante come se non volesse staccarsi da quell'immagine, come se quei tre oggetti rappresentassero il cordone ombelicale che lo teneva attaccato al mondo. Come se fossero il ponte sottile che collegava il regno dei vivi a quello dei morti

Prese in mano il flacone ed esitò ancora qualche istante, indugiando sull'etichetta. Lesse senza attenzione una quantità di parole che non avevano alcun significato per lui. Erano i geroglifici di una lingua sconosciuta che gli sussurrava all'orecchio. Poi chiuse gli occhi e si lasciò trascinare dal brivido che un gesto estremo e senza ritorno portava con sè. Se lo vuotò in gola, accompagnando il tutto con un'abbondante sorsata d'acqua.

Lentamente si tolse le scarpe, come se fosse di ritorno da un'estenuante giornata lavorativa e si distese sul divano, con la testa appoggiata sul bracciolo. Prese la foto di Sophie: era una di quelle in cui le ridevano gli occhi e brillavano come la superficie del mare in controluce. Pensò che, per quanto fosse bella quella foto, non riuscisse minimamente a renderle giustizia. Due lacrime gli rigarono le guance mentre la osservava. Come era bella Sophie. Nobile ed aggraziata come una principessa monegasca. Non si meritava tutto quello. No davvero.

Di lì a poco, il piccolo ponte che lo teneva attaccato alla vita prese ad ondeggiare sotto i colpi di un vento gelido e costante. Pian piano le corde di ancoraggio si fecero via via più logore. Si staccò prima un'estremità e poi l'altra.

La vista di Nicolas iniziò ad annebbiarsi ed il volto di Sophie divenne sempre più sfocato. Il suo sguardo non brillava più. Le sue labbra non ridevano più.

Ma Nicolas aveva già chiuso gli occhi prima che quell'immaine distorta riuscisse ad imprimersi nella sua mente e si addormentò con un sorriso.

Sophie avrebbe abitato i suoi sogni per sempre.

 
 
 

LOVING ELISA BROWN 2/2

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