Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

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Messaggi del 15/07/2014

15.

Post n°178 pubblicato il 15 Luglio 2014 da fading_of_the_day
 

Quella stessa sera ricevetti una chiamata inaspettata. Si trattava di Fiona: mi disse che si trovava ad Edimburgo per qualche giorno e che ci teneva ad incontrarmi. Non si rivelò particolarmente entusiasta all'idea di raggiungermi a Kirkwall e, quindi, decisi di muovermi io. Sinead optò per non accompagnarmi: doveva preparare gli allestimenti floreali per ben tre matrimoni, la sua apprendista era malata e lei aveva lavoro fin sopra i capelli.

Rivedere il Kings Wark a distanza di tanti anni mi provocò una gamma di sensazioni varie. Elisa mi aveva accennato al fatto che avevano operato un restyling, ma non immaginavo fosse stato così radicale. Il pub nazional-popolare aveva lasciato il posto ad una wine-bar di gran classe. Al posto dei banconi e delle tavole sbiadite dal tempo e dalla birra, c'erano dei tavolinetti quadrati molto ben rifiniti, su ciascuno dei quali pendeva una deliziosa lampada in ferro battuto che, partendo dalla struttura sottostante, si arcuava sul piano con la grazia di un lampione parigino. Osservai quel piccolo esercito di eleganti soldati transalpini e pensai che tutto quell'allestimento fosse costato davvero una fortuna.

Sul fondo della sala, il bancone, intarsiato ed adorno di motivi gradevoli ma non eccessivamente barocchi. Fiona era lì, e, non appena la vidi, rimasi impietrito: era una bella donna sui quarantacinque, bionda e dai contorni decisamente femminili. Dietro qualche ruga inevitabile segno del tempo passato, si poteva leggere una bellezza ancora viva, che qualche lustro prima aveva fatto voltare, di sicuro, più di un uomo.

Ci fissammo negli occhi per qualche secondo ed il cuore mi esplose in gola: assomigliava pazzescamente ad Elisa. Ci salutammo con un filo di voce, entrambi preda dell'imbarazzo, poi, Fiona, spillò due boccali di Harp.

-Grazie per essere venuto, Jeremy, non me la sentivo proprio di raggiungerti a Kirkwall...

La voce di Fiona era molto dolce e strideva con la descrizone di donna "arrivista" e "cattiva" con cui mi era stata dipinta. Aveva una tonalità lievemente più grave di quella di mia moglie e risentiva, in alcuni passaggi, dell'accento a stelle e strisce.

-Ci tenevo a conoscerti - proseguì - in fondo sei il marito di mia figlia ed una delle poche cose che mi legano ancora a lei

Fiona si fermò per alcuni istanti: in quella pausa mi ricordò Elisa, quando cercava di turarsi le orecchie e pescare le parole dal fondo del suo pozzo.

-Jeremy: Elisa ti amava davvero tanto. Ti amava alla follia

Socchiusi gli occhi e mi lasciai travolgere da quelle parole: il mio cervello selezionò "amore" e "follia". Chissà che non fosse un caso...

Non era la prima volta che qualcuno esprimeva quel concetto e quella consapevolezza non faceva altro che amplificare il vuoto che avevo dentro. Era curioso, perchè era una constatazione che non era mai riuscita a consolarmi e mai ci sarebbe riuscita. Il fatto che la donna che si era tolta la vita per me mi amasse perdutamente era la contraddizione più crudele e disarmante a cui potessi mai essere soggiogato.

-Io sono stata davvero una cattiva madre e lei non lo meritava. Pensavo al mio lavoro, a fare carriera e non nego che la vedevo come un impiccio. A vent'anni sei stupido, Jeremy, non ti rendi conto di certe cose. E io l'ho pagata cara

Guardai con tenerezza e un po' di rassegnazione a quell'ammissione di colpa che ricordava tanto le mie. Mi sentii complice dello stesso delitto ed animato dallo stesso movente: l'incapacità di fare un passo indietro.

-Fiona, credo che con Elisa abbiamo tutti sbagliato qualcosa. Chi più, chi meno. E tutti vorremmo riavvolgere l'otto milimmetri della nostra vita per riparare agli errori
-Vedi, Jeremy: io mi rimprovero mille cose,ma di una non mi pento: aver tentato con tutte le mie forze, di tenerla lontana da Tom... Ed ora ti sarai reso conto del perchè...

Mi tornò in mente Tom e la sua divisa arancione: non potei darle torto. Fiona bevve tutto d'un sorso la scolatura del suo boccale e lo fece con una regalità che avevo riscontrato in poche donne.

-Ora però basta tormentarci con i ricordi. La ragione per cui ho chiesto di incontrarti è per darti questa...

Fiona si chinò e, da sotto al bancone, tirò fuori una scatola di legno scuro.

-L'ho trovata nello scrittoio della casa di Roma. Sopra c'era attaccato un biglietto con scritto "Per Jeremy". Elisa aveva intenzione di darla a te. Non so cosa ci sia dentro... E' chiusa a chiave...

Osservai stupito ed incuriosito quella cassetta: quello di mia moglie sembrava davvero una comportamento illogico. Se Elisa voleva darmi qualcosa, perchè non lo aveva lasciato insieme alla mia lettera?

Ci trattenememmo ancora una mezz'ora scarsa a parlare, dopodichè io e Fiona ci salutammo con la promessa di rincontrarci presto. Lei era davvero intenzionata a costruire un rapporto e lo trovai un proponimento davvero carino.

Tornato a Kirkwall, la casa aveva un'inconsueta aria accogliente ed un tepore avvolgente, come un camino in un freddo pomeriggio di pioggia. Mi abbandonai sul divano rigirandomi la scatola tra le mani, come a cercarci qualche indizio. Fiona mi aveva detto che nessuna delle chiavi della casa di Roma apriva quella piccola serratura. Pensai che, allora, la chiave doveva trovarsi lì, da qualche parte. Feci mente locale e mi resi conto che sarebbe stato un bel divertimento: c'erano almeno tre vasi ricolmi di mazzi di chiavi da setacciare...

 
 
 

LOVING ELISA BROWN 2/2

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