Fading of the day

Still Remember You

Rebecca rimase interdetta per una frazione di secondo. Sapeva benissimo con chi aveva a che fare ma non sospettava di essere monitorata passo passo come in una sorta di controspionaggio stile CIA. Simulò il disagio indugiando nella borsetta, alla ricerca di un accendino che sapeva di non avere. E poi, arresasi all'evidenza, con sorriso angelico, chiese a Monsieur Dupont, che esibì dal taschino della giacca l'accendino più lussuoso che avesse mai visto.

-Vede signorina, non che mi secchi la compagnia di una fanciulla così graziosa come lei, ma ho un aereo che parte tra due ore. Quindi sarò coinciso.

Rebecca aspirò dalla sigaretta....

-Sa, l'altra notte l'ho vista all'Ashram. Era incantevole con quell'abito lungo ed i capelli raccolti. Ah: non vorrei che pensasse male di me. Per inciso, la mia azienda è attiva nel campo pubblicitario e ci stiamo interessando al lancio di volti nuovi.

-E può spiegarmi, di grazia, come ha fatto a rintracciarmi?
Rebecca si inserì civettuola in quel monologo che assomigliava tanto ad un elegiaco spot pubblicitario.

-Ecco, guardi, rispetto a questo particolare non posso sbilanciarmi più di tanto. Le posso dire soltanto che abbiamo più che validi collaboratori per questi compiti.
Le labbra dell'uomo disegnarono una curva di acuta compiacenza.

-E di preciso in quali ambiti operate?
Rebecca sapeva che a quella domanda aveva già ricevuto risposta, ma era un escamotage per guadagnare qualche secondo riflettere sulle mosse successive.

-Abbigliamento e cosmesi
Rispose secco Monsieur Dupont, sistemandosi con un gesto studiato ad arte il nodo della cravatta.

-Signorina - riprese lui con tono quasi sommesso - capisco perfettamente le sue titubanze e che sia reticente innanzi ad un perfetto sconosciuto che di primo mattino la importuna con digressioni, almeno all'apparenza, tanto bizzarre. Ma vede, avrei da proporle un contratto di collaborazione, che a titolo personale, mi permetto di ritenere piuttosto interessante...

L'uomo prese dall'interno della giacca un foglio piegato. Rebecca osservò rapidamente le linee cavillose e sottili che riempivano la pagina.

-Ovviamente, tutte le cifre che legge qui sono da ritenersi al netto delle imposte - sottolineò l'uomo con espressione compiaciuta

-Beh, sembra molto allettante ma è opportuno che ci ragioni un po' su.... - sospirò Rebecca distogliendo lo sguardo da quella ridda di voci

 -Assolutamente. Non pretendo che lei mi dica "si" ora su due piedi. Le lascio il mio biglietto da visita. E potrà rifletterci qualche giorno con tutta la serenità di cui ha bisogno.

Monsieur Dupont prese la mano di Rebecca e la baciò delicatamente sulle nocche, in un gesto antico ed affascinante che fece assentare la ragazza per un attimo dalla realtà.

-Mi raccomando signorina, però, ci pensi bene. Sa, certe possibilità passano una sola volta nella vita.

Il colloquio aveva disorietato Rebecca. La ragazza era rimasta molto sulle sue perché non aveva la minima intenzione di scoprire le sue carte, non avendo ancora chiaro il gioco che Monsieur Dupont stava facendo. Già durante le brevi battute  del discorso, le si erano affacciate alla mente tre possibilità molto realistiche.

Ipotesi A: Dupont sapeva chi lei era e quello era un estremo tentativo di comprarla ed insabbiare le indagini.
Ipotesi B: Dupont non aveva la minima idea di cui lei fosse. L'aveva seriamente vista al all'Ashram e ne era rimasto talmente folgorato da volerla mettere sottocontratto per l'azienda che, in effetti, come attività di copertura, faceva promoting.
Ipotesi C: Dupont era rimasto ancor più folgorato da Rebecca che all'incontro le avrebbe richiesto non di diventare testimonial di qualche cosmetico, ma più semplicemente, di diventare una "squillo" per l'attività parallela della società.