Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

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Beyond The Veil

Post n°226 pubblicato il 17 Dicembre 2015 da fading_of_the_day
 


Ogni tanto mi chiedo se abbia senso rincorrere nuvole di polvere alzate dal vento secco di lunghi pomeriggi estivi, fatti di voci, asfalto liquido e lamiere arroventate.

Ogni tanto mi chiedo se ci sia uno scopo nel seguire fugaci bolle di sapone che svaniranno al primo tocco. Mi porto dentro sempre la stessa illusione di ingabbiarle tra le dita, come sgargianti farfalle rapite da foreste pluviali.

Ogni tanto mi chiedo se sia giusto unire le rime divise di un poeta triste, che il fato, il destino o un dio poco benevolo ha voluto mettere in disordine.

Contai i passi che avevo fatto per arrivare sin lì: trecentoventi.
Come le volte che la scatola rossa nel mio petto aveva sospeso il suo pendolo costante, sostituito da una sequenza di I love you, Je t'aime, Te quiero.


-Insomma, mi dici come posso fare?

Ti presi la mano fredda e tu reclinasti il capo come la dama del castello che evitava lo sguardo del cavaliere. Eri ancora una bimba anche se giocavi a fare la signorina.

Mi sorridesti, mentre con pollice ed indice facevi roteare sotto il naso la rosa che ti avevo regalato. Inspirasti profondo per catturarne la fragranza e parve che il rosso dei petali si posasse sulle tue guance, come portato dal soffio di una fatina.

Mi guardasti negli occhi e sorridesti ancor di più, lusigata dalla mia corte. 

-A far cosa?

Ti schernisti, facendo finta di non saper la risposta. Ma a tradirti furono le fossette ai lati della bocca. L'eco di due capricci sopravvissuti all'infanzia.

-Vorrei sapere come faccio a prenderti il cuore...

Ribattei fermo.

(Amami o lasciami, non dirmi bugie
Non farmi domande, non mandarmi spie
Sai che l'amore è un ladro che ruba il cuore nella notte
Scivola attraverso le tue dita, faresti bene a tenerlo stretto)

 

Tu ti alzasti senza rispondere volgendomi le spalle, con il vestito nero che andava incontro al buio più buio della sera. Per un istante provai a giocarci, immaginando di colorarlo con tinte sgargianti, come la coda di un pavone. E mi divertii a pensare se sarebbe cambiato qualcosa indossando quello scherzo d'artista. Forse sarebbe cambiato tutto o forse nulla: l'amore è una mano di poker che dà e toglie in pochi istanti. Ed io, pur non essendo un giocatore, su di te avevo puntato forte.

 

 ***

"Forse sono un pazzo o più semplicemente uno stupido. Ho fatto più di mille chilometri per lasciarti queste davanti la porta di casa e non ho avuto il coraggio di rimanere lì, aspettando che tu aprissi la porta. Se credi che possa avere una sola, insignificante possibilità, mi trovi sulla panchina alla fine della strada."

 ***

In quell'attimo sospeso, con lo stomaco in apnea, ripensai al nostro primo incontro. E a quel biglietto che ti scrissi di getto, senza respirare, a metà tra sogno crudele e nuda utopia. Raccolsi dentro di me tutta la forza che mai avevo avuto in vita mia e lo infilai tra i fiori. Poi suonai il campanello e mi allontanai.

Il resto lo potei solo immaginare, perchè da dove ti aspettavo non vedevo l'uscio di casa tua.

Avrai raccolto le cento rose rosse e ti sarai sporta dalla cima dei pochi gradini che dalla strada portavano all'ingresso rialzato per capire chi ero. Ti sarai dipinta il viso con un'espressione di dubbio, forse sconcerto, com'è plausibile. Poi, però, la curiosità vinse la sua personale partita con il timore.

Ero seduto con gli occhi chiusi e nella mia testa c'era un volo di gabbiani. Sentii il mio nome pronunciato dalle tue labbra ed il respiro andare giù nel fondo dello stomaco.

Mi girai verso di te e la mia faccia stanca ed incredula ti fece sorridere. Distolsi lo sguardo, sicuro che, appena mi fossi girato di nuovo, tu saresti svanita. Ed invece eri lì, ancora più divertita, con quel sorriso semplice e naturale come uno specchio d'acqua dolce.

Mentre la penombra ti avvolgeva nella sua vaporosa fuliggine ripensai a quel primo incontro, alla mia lettera folle, alla ancor più folle corsa per venire da te. Mi tornò in mente il nodo al centro del petto ed il cuore che aveva sferragliato fino a farmi male. Ripensai alla piccola illusione che mi avevi dato e che ora si rivelava essere solo una gentilezza di una principessa d'altri tempi.

-Sai che non posso...

Mi sussurrasti con un filo di voce, riportandomi alla realtà, come se quelle parole fossero impersonali e pronunciate da altre labbra. Labbra crudeli, sostenute da occhi lucidi che faticavano a celare una delusione sincera. Ti fissai per qualche istante avvertendo sulla mia testa il peso di dieci rocce staccate da una montagna in frantumi. Ti supplicai con lo sguardo di cambiare le cose, di non rompere il globo di luce in cui eravamo io e te con tutto il mondo fuori. Ti pregai di cambiare l'inerzia di quelle parole e donare loro una nuova freschezza, la stessa che aveva la rosa nelle tue mani.

Ma tu abbassasti la testa per sfuggire ai miei occhi ed io capii.

 

(Tutto cambia e tutto rimane uguale
Tutti sono colpevoli, nessuno da biasimare
Ogni via d'uscita ti riporta dritto all'inizio
Ognuno muore per spezzare il cuore a qualcun'altro)

 

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Commenti al Post:
oltre_ogni_suono
oltre_ogni_suono il 18/12/15 alle 11:47 via WEB
Buon giorno Maestro di Poesia. Eccoti tornato in questo spazio dopo un pò di buio e silenzio. Le tue rime sono (ri)nate con dolcezza e lentezza facendosi largo nel nulla. Queste del post sono bellissime parole di un innamorato, di quelle che sembrano troppo tenere e sdolcinate per essere vere ma che sotto sotto molte donne desiderano sentire o leggere dalle labbra o dalla penna di chi amano. Ma al di là della magnifica poesia di questo tuo episodio (spero il primo di una bellissima e lunga storia) non posso pronunciarmi tanto sulla vicenda visto che non conosco il perchè questa ragazza non può accettare la corte di questo gentiluomo dopo avergli chiesto come fare. Il tutto mi sembra contraddittorio o c'è un pezzo al passato che deve congiungersi con il presente con una serie di eventi che andrai ad illustrare in seguito. Mi è molto familiare quel "non posso" e direi a questa donna di guardarsi bene dentro prima di lasciar svanire, proprio come una bolla di sapone, quest'uomo dalla sua vita. Sai com'è sono romantica e ho letto tutto con un sorriso beato e sognante negli occhi. Curiosissima di leggere il seguito, ti comunico che mi fa piacere frequentare queste stanze grazie a ciò che sembra iniziare in un modo meraviglioso, non potevi fare di meglio. Colgo l'occasione anche per aggiornare la mia classifica personale sui tuoi post più belli perchè questo merita di entrarvi tra i primi posti, per il momento. Ben tornato Maestro Fad, un immenso sorriso al tuo genio. OoS
 
 
fading_of_the_day
fading_of_the_day il 18/12/15 alle 13:10 via WEB
Carissima ed instancabile lettrice, grazie per le belle parole che non annoiano mai. C'è un piccolo segreto che aiuta molto chi scrive: avere delle immagini nella propria testa, riuscire a vedere come in un film lo sviluppo delle parole che si stanno per riportare sulla carta. In fondo, la scrittura è un'arte visiva non così distante dalla musica, pittura o scultura: si tratta sempre di rappresentare qualcosa che si trova davanti ai propri occhi o nella propria mente. Io credo che tutte le più belle storie ed i più bei paesaggi, che hanno trovato cittadinanza nei milioni di libri prodotti dall'uomo, sono stati trsferiti nero su bianco solo perchè chi li riportava, li "vedeva" anche in un qualche modo. DEtta così la scrittura sembra facile: basta "girare" la propria pellicola personale ed il gioco è fatto... Chissà se è vero... Ti lascio con questo dubbio ed un augurio di sereno week end.
 
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