Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

....as night takes over

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Post n°159 pubblicato il 04 Giugno 2014 da fading_of_the_day
 

Per il volo non avevo badato a spese: ogni tanto ci voleva e, poi, la prospettiva di passare le sette ore di viaggio raggomitolato sui sediletti della economy non mi garbava per nulla. Neanche a farlo a posta dovevo scrivere e avevo bisogno di una postazione comoda. L'intenzione era quella di buttarmi alle spalle il nuovo romanzo: mettere la parola fine significava non dover ritornare più a rielaborare quei mesi ed il ricordo di Elisa.

Durante le prime quattro ore scrissi di getto senza fermarmi quasi mai, con un'ispirazione che non trovavo da tempo. Le parole scorrevano fluide, la punteggiatura riusciva ad andare al posto giusto al primo colpo. Decisi che il romanzo doveva venire più corto di quanto avevo peventivato: una volta atterrato in territorio canadese, non ci avrei più messo le mani. Avrei consegnato tutto a Mr. Stanford ed ai suoi ghost-writer: loro avrebbero sistemato quello che c'era da sistemare ed allungato il brodo, se necessario. Da quel momento in avanti non sarebbe stato più affar mio.

Ma, prima di quel passaggio c'era Denise. Il mio angelo custode. Lei aveva il prezioso compito di revisionare tutto quello che scrivevo prima che finisse alla casa editrice. Denise: la sua immagine mi diede serenità, mi donò il calore familiare che solo il ritorno alle consuetudini poteva accompagnare. Mi accorsi, in quel momento, di quanto mi fosse mancato il suo appoggio professionale ed umano. Forse se ci fosse stata lei, se l'avessi avuta vicino, sarei riuscito a gestire meglio tutto quel brutto periodo e, chissà, forse, avrei fatto scelte diverse.

Adoravo Denise perchè era più di una semplice collaboratrice: lei era la mia confidente, la persona da chiamare quando avevo un qualsiasi problema. Aveva sempre le parole giuste ed i consigli migliori per mettermi alle spalle i problemi. Socchiusi gli occhi e me la vidi davanti. Con il suo tailleur nero, il trucco sempre impeccabile e la camicetta appena uscita dalla tintoria. Mi avrebbe visto, avrebbe allargato le braccia e, con un largo sorriso, mi avrebbe sussurrato all'orecchio "Bentornato, Jeremy". Io mi sarei cullato per qualche secondo nel suo morbido abbraccio, avrei respirato la dolcezza del suo profumo Dior e, di colpo, avrei sentito scivolare via ogni tenisone dal mio corpo. Era terapeutica Denise.

Salvai per l'ultima volta il documento dopo una breve rilettura e le dita mi facevano male. Chiusi gli occhi e tanti pallini luminosi presero a rincorrersi sulle palpebre chiuse, come elettroni impazziti: era in quei frangenti che rimpiangevo la vecchia scrittura a macchina. Provai a dormire ma il ronzio delle luci soffuse si rivelò più molesto di quanto avevo preventivato. Eppure quasi tutti dormivano. E li invidiavo.

Avevo imparato a mie spese che quando il sonno si negava al corpo, era la mente ad occupare, con opportunismo rapace, quello spazio bianco. Era quella la condannda a cui dovevano sottomettersi gli esseri senzienti. Era quello il pedaggio da pagare per percorrere le strade dell'intelletto.

Così, fu un attimo, una scintilla nel buio, uno schiocco improvviso nell'aria ferma del primo mattino. I fotogrammi della sera di tre gironi prima presero a scorrere. Un bianco e nero che sembrava un film degli anni trenta, tanto pareva lontano. Eppure, si trattava di un evento ancora  fresco, distante poco meno di cento ore da quell'aereo.

Mi resi conto che non potevo farci nulla, che non potevo sottrarmi.
Mi rassegnai, così, a ripercorrrere l'otto millimetri che aveva cambiato la mia vita.

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Commenti al Post:
oltre_ogni_suono
oltre_ogni_suono il 04/06/14 alle 10:25 via WEB
Caro Jeremy, per i ricordi, soprattutto belli, anche se ti hanno lasciato l'amaro in bocca, non c'è niente da fare quando tornano. Più ci si vuole allontanare da loro senza ripercorrerli, più la mente ce li propone nei momenti più inaspettati. Forse bisogna rielaborarli ogni volta per prenderne le distanze, come convincendosi che fanno parte del passato da conservare nei cassetti delle pratiche archiviate... oppure aspettare che il tempo ci aiuti ad attutire il dolore della perdita. Mi fa tenerezza Jeremy così abbattuto, disposto ad affidarsi ai ghost-writers pur di non ripercorrere ed elaborare narrativamente tutti i passi della vicenda, questo è un atto estremo che in condizioni normali non avrebbe mai compiuto vista l'integralità della sua professionalità. Mi fa tenerezza quando nel ricordo della sua amica-collaboratrice si perde nel suo profumo, nella sua familiarità, nella sua serenità e calma, ricevendo un senso di calore. Non so, ho avuto come l'impressione che Denise è una sorta di nido rassicurante in cui poter piangere tranquillamente ogni lacrima di gioia e dolore, per liberare l'anima dai pesi e sentirsi leggero e rassicurato, consolato e capito, come se Denise avesse, con le parole, la bacchetta magica che possa guarirlo. Ha fatto bene a coccolarsi con un volo in prima classe, lo merita tutto, per rilassarsi e trovare la calma per lavorare e riposare. E' sempre magico scrivere di getto e lui è riuscito ad essere ispirato per quattro ore. Mi affascina il suo lavoro, lo farei volentieri anche io se ne fossi capace e se sapessi con sicurezza di non avere scocciature per via del successo, potermene stare in disparte ecco, magari firmare con uno pseudonimo. Sono curiosa di leggere il seguito. Mio caro compagno di viaggio, ti faccio i complimenti per la narrazione, questa volta mi hai trasmesso un senso di pace e rassegnazione. Come sempre, il mio abbraccio va a te.
 
 
fading_of_the_day
fading_of_the_day il 04/06/14 alle 11:57 via WEB
E' proprio nei momenti di sconforto, di debolezza che ci attacca alla familiarità di persone, cose e luoghi. Denise è una piccola oasi, l'approdo sicuro, quasi materno, che culla le paure di Jeremy, che lo consiglia nel dubbio, che lo sprona e che lo aiuta quando l'ispirazione viene meno. E' bello che, proprio in un frangente come questo, Jeremy riconosca il valore aggiunto che una figura come Denise apporta al suo lavoro. Forse senza di lei, lui non sarebbe dov'è: io credo che il ritorno non sarà così traumatico e che i fantasmi faranno meno spavento. Ti abbraccio, ringraziandoti sempre per le belle parole.
 
   
oltre_ogni_suono
oltre_ogni_suono il 04/06/14 alle 12:14 via WEB
Ecco, sì, una figura materna, lo pensavo ma non l'ho scritto. Questa Denise pare una sorta di migliore amica e si vede che Jeremy vuole un pò risollevarsi trovando conforto tra le sue braccia. Staremo a vedere
 
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