Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

....as night takes over

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Post n°160 pubblicato il 05 Giugno 2014 da fading_of_the_day
 


Tre giorni prima.


Quella davanti a me era una figura che non riconoscevo.

Non vedevo più la donna che avevo amato, ma un ologramma impalpabile, che ronzava come un neon pronto a fulminarsi. Era lei eppure non era lei. Elisa, rossa in viso, occhi gonfi e mani giunte sul naso: urlava qualcosa tra le lacrime che non riuscivo a capire. Oscillavo gli occhi a destra e sinistra nel tentativo di metterla a fuoco, di definire i contorni di quel chiaroscuro sfumato.

Non riuscivo ad accettare che fosse davvero lei, che fosse davvero lei quella la ragazza che avevo amato, la lucida follia che in pochi mesi mi aveva portato da zero a mille. Dal nulla al matrimonio. Percepii Elisa come un paradosso amaro, una contraddizione sfuggevole: era stata il tutto ed ora era il nulla. Da presenza totalizzante a luce bianca inghiottita dal buio della notte.

Fui preda del dubbio, mi assalì il terribile sospetto che quei mesi fossero stati un enorme errore. Una scantonata presa per aver fatto tutto troppo alla leggera. Innamorarsi così di una donna, farsi coinvolgere in quel modo, convolare a nozze in un 
lasso di tempo terribilmente ristretto non era da me. Mi ero lasciato guidare dall'istinto, dall'irrazionalità ed era un qualcosa del tutto estraneo al mio modo di fare e di essere, che non mi apparteneva e che non mi era mai appartenuto. Avevo sempre messo la ragione davanti a qualsiasi cosa. Eppure ci ero cascato con tutte le scarpe.

Mi voltai verso la porta ed Elisa si aggrappò, dapprima, alla mia vita. Continuai a camminare imperterrito e sentii le sue braccia che, piano piano, scivolavano sempre più giù, prima sulle gambe poi sui piedi. Finchè non si lasciò cadere per terra, preda dei singhiozzi. "Ti prego" continuava ad urlare. Sapevo che girarmi verso di lei avrebbe equivalso ad una sconfitta, sarei rimasto lì, pietrificato, come un'eroe greco da Medusa.

-Dimmi che non mi ami più. Dimmelo se ce la fai...

Sentivo la sua voce provenire dal basso e dovetti resistere all'impulso di guardarla, perchè se lo avessi fatto, le avrei detto la verità. Le avrei detto che il suo amore mi era entrato dentro come un gas silenzioso, assorbito, piano piano, attraverso la pelle e che, ora, scorreva con il sangue nelle mie vene. L'amore per Elisa era così forte, che lei non era più una figura distinta dalla mia. Elisa ora era in me. Elisa era me.

Ma in quel momento prevalse la rabbia: essere stato ingannato per tutto quel tempo, essere stato usato per raggiungere uno scopo, mi bruciava come un tradimento. Era come se fossi tornato a casa, una sera, e l'avessi trovata a letto con un altro. Era un dolore insopportabile, era sale su una ferita aperta.

Corse verso il corridoio e si mise schiena contro la porta e braccia larghe, come un giudeo sulla croce. Elisa condannata a morte. Elisa trafitta al costato.

-Dimmi che non mi ami più. Dimmelo se ce la fai...

Ripetè. Aveva il viso rosso ed il trucco sbavato dalle lacrime. Era stanca Elisa, paurosamente stanca e temevo che crollasse da un momento all'altro. E, in quel caso, non avrei retto. No, non ce l'avrei fatta.


La guardai severo, con una cattiveria che non avevo mai rivolto a nessuno in vita mia. Ma era l'unico modo con cui potevo mantenere l'autocontrollo.

-No, hai ragione. Non ce la faccio. E sai perchè? Perchè non ci sarà mai niente e nessuno che riuscirà a scavarmi dentro come te. Ma quello che mi hai fatto è una cosa che non potrò mai a dimenticare

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Commenti al Post:
oltre_ogni_suono
oltre_ogni_suono il 05/06/14 alle 10:02 via WEB
Mi colpisce la solennità e fermezza, quasi calma, dei gesti di Jeremy in netto contrasto con la disperazione e il panico di Elisa. Questo è un paragrafo che entra dentro perché scritto dalla mano calma, piena di rabbia silenziosa e strisciante, di Jeremy, che diventa quasi una voce placida, amareggiata e stanca, sì, anche lui è stanco, non solo Elisa. E' crollato il loro amore e lei vi si è aggrappata con le unghie, ma lui è, ormai, un muro di ghiaccio. Credo che il muro di ghiaccio rappresenti bene Jeremy: scivoloso e freddo fuori ma che dentro conserva intatto tutto l'amore che ha provato e che continua inesorabilmente a provare, così come i ghiacci perenni fanno con i corpi degli animali preistorici. Questo paragrafo fa male perché in quelli precedenti abbiamo assistito alla freddezza dei gesti necessari per permettersi a Jeremy di risolvere la questione (sposarsi) e il gesto postumo per mantenere fede alla promessa di scrivere un libro sulla vicenda (l'aereo). Ora Jeremy è come sospeso nel tempo, in volo da una città all'altra, propriamente da una realtà all'altra, occupando il tempo immergendosi in un ricordo così vivido e forte, pieno di urla e lacrime di Elisa, ma che sembra così lontano, quasi come se Jeremy fosse solo uno spettatore. Vediamo Elisa come guerriera che vuole fermare la sua "preda" prima con le parole, poi con i gesti, poi di nuovo con le parole e sbarrandogli la strada. Ogni suo gesto e ogni sua parola mi strazia il cuore, la capisco, tantissime altre persone avrebbe fatto come lei, ma comprendo anche le ragioni del suo uomo. E' una situazione non facile, che brucia, che (come ho già detto per i post precedenti) lascia l'amaro in bocca. Entrambi meritavano un idillio che si è trasformato in una tragedia. In questo post è tornato il tuo stile più puro: le metafore, il dolore, il tono dark, la tristezza, la malinconia. E so anche che hai dato il meglio di te, ti ho visto in ogni metafora, come le allacciavi alla narrazione con quel tocco magico che solo tu hai, che è la tua firma. Tutto questo tuo impegno fa di questo paragrafo un boccone amaro, personalmente ho aspettato questo tratto della narrazione, scoprendo come Elisa ha combattuto senza vergogna di mostrare la sua angoscia e la sua disperazione. Ogni parola dona un effetto malinconico e amaro alla vicenda, l'illustrazione perfetta di ciò che prova il protagonista, un'introspezione a 360 gradi che emoziona. Ti abbraccio mio caro compagno di viaggio.
 
 
fading_of_the_day
fading_of_the_day il 05/06/14 alle 13:11 via WEB
Il tuo commento è davvero emozionante, amica mia, e riesce a cogliere appieno lo spirito che volevo trasmettere. La contrapposizione tra l'emotività di Elisa ed il raziocinio di Jeremy: il racconto vive, nuovamente, sulla scorta di questa dualità. Bene e male, bianco e nero, una dicotomia che si fonde e si confonde nei due protagonisti, che gli entra dentro, per poi uscire e rientrare. Questo perchè, pur essendo molto diversi tra loro, hanno raggiunto un'affinità interiore davvero forte, tramite cui ciascuno si può specchiare nell'altro. E, così, fa ancora più male sapere della loro separazione, perchè sembrano davvero due creature fatte l'uno per l'altra. Fa ancora più male vedere la rigidità di lui, che riesce a non incrinarsi, quando la donna che ama gli si para davanti con tutta la sua disperazione. Ti abbraccio e a domani.
 
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