Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

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Messaggi del 26/05/2013

Revelations (Pt. II)

Post n°88 pubblicato il 26 Maggio 2013 da fading_of_the_day
 

 

La luce filtrava dalla finestra proiettando sul muro grigiastro un rombo spezzato. Assomigliava, per certi versi, ad un lenzuolo, ad un lembo di stoffa, di quelli che antipaticamente si arricciano. Di quelli che si provano a stendere per bene, nella speranza che aderiscano alla nostra visione della realtà.


Emma ebbe un sussulto subito represso e si morse il labbro inferiore.

-Signorina, qui non sarebbe permesso, ma per oggi proveremo a fare un’eccezione…

Jaap socchiuse gli occhi ed allargò le braccia con cardinalizia benevolenza.

La biondina gli dedicò un sorriso, frugò nella borsetta ed estrasse una bionda non più bionda di lei.

-Fuma ispettore?

-la ringrazio, ma ho smesso da un po’. Sa com’è, con l’età bisogna stare attenti.. Anche lei non dovrebbe… mi scusi se mi permetto.. Ma una fanciulla graziosa come lei…

-Ha ragione e infatti avevo smesso, ma poi sono successe tutte queste cose e sa com’è.. L’occasione fa l’uomo ladro…

-Capisco… E allora vediamo di beccarlo insieme questo “ladro”… Mi aiuti un po’…

Jaap spostò un’ingombrante pila di fogli e tirò fuori un libricino rilegato alla bell’è meglio con una spirale di plastica.

-Sa cosè questo signorina? Fece Jaap sventolando il faldoncino a mezz’aria.

Emma scosse la testa.

-Questa è la raccolta delle intercettazioni che sono state tracciate dal nostro team informatico, precisamente dal giorno…

Creeeek…

L’interfono della sala emise un rumore buffo, simile al gracchìo di una rana. Una luce rossa tipo telefono-rosso-di-Batman si accese.

-Ispettore?

Una voce lontana e grammofonica uscì dalla cassa malconcia e, purtroppo per Jaap, dall’altra parte non c’era l’uomo-pipistrello, ma bensì il ciccione baffuto. L’ispettore festeggio l’incontro via etere alzando gli occhi al cielo.

-Peters dimmi…Cosa c’è stavolta?

-Ecco vede Ispettore…

La voce era indecisa e balbettante. Sembrava uno degli episodi strampalati di “Scuola di Polizia”

-Su Peters, che non ho tempo da perdere…

L’ispettore iniziò a spazientirsi e prese a grugnire come un rinoceronte impaziente.

-Vede ispettore...Il fatto è che… uno dei nostri “ospiti” sta facendo come dire… un po’ “il difficile”.. Se potesse venire lei…

Jaap si calò la tipica espressione di chi è spettatore di un film noioso e già visto.

-Ho capito Peters, me ne occuperò io. Mandami però il tenente Whitely. Io arrivo subito.

-Comandi Ispettore.

Click.

-Ehh comandi Ispettore. Comandi un corno…… Questi si perdono in un bicchier d’acqua ogni volta

Jaap sbottò visibilmente irritato e fece per alzarsi, strusciando rumorosamente la sedia. Al primo tentativo ricadde goffamente. Al secondo riuscì ad ergersi in posizione verticale producendo ancor più baccano.

Emma dovette concentrarsi sul disboscamento della foresta amazzonica per evitare di esplodere in una risata fragorosa.

-Ad ogni modo signorina – proseguì l’ispettore facendo finta che non fosse successo nulla - ora arriverà il tenente Whitely e continuerete insieme la chiacchierata.

Dopo qualche minuto Rebecca fece capolino dalla porta. E fu come una visione.

La stanza si accese con il suo profumo di fiori.

Portava un golfino di cotone bianco ed una camicetta a fiori che, pur essendo pudica, non nascondeva l’importanza del suo decolleté. Capelli raccolti, sguardo solare e l’espressione di un candore quasi materno. Emma rimase a fissarla finché non prese posto davanti a lei, in piedi appoggiata alla scrivania.

-Ciao Emma

L’espressione era sorridente ma non nascondeva allo stesso tempo una certa stanchezza.

-Ciao Rebecca. Emma abbassò lo sguardo.

-Io non so fin dove siete arrivati con l’ispettore Jaap, ma ti dirò: mi interessa fino ad un certo punto.

Rebecca, braccia conserte, fissava un punto indecifrato davanti a lei con occhio assente.

-Insomma –proseguì con un filo di voce- sia tu che io sappiamo cosa succedeva lì dentro

Continuava fissando sempre la parete che aveva di fronte come in uno stato ipnotico.

Emma sbatté le ciglia e una goccia di rugiada le scivolò sulla guancia.

-E se hai fatto qualcosa, so…. sappiamo che ti è stato imposto con la forza, con la violenza…

La goccia di rugiada lasciò in breve posto ad un pianto silenzioso.

Rebecca si chinò verso di lei con dolcezza e le si avvicinò così tanto che Emma ebbe l’impressione quasi che volesse baciarla sulle labbra.

-Ehi, è tutto ok. E’ tutto finito ora.

Le accarezzò il viso come si fa con un bimba appena caduta dalla bici.

-Per me è tutto a posto – fece rialzandosi e ricomponendo con professionalità la figura che le competeva - Ho preparato una dichiarazione in cui ho descritto nei dettagli ciò che avveniva lì dentro e che anche io ho vissuto. Che entrambe abbiamo vissuto.

Emma continuava ad ascoltare in silenzio, occhi rossi e gambe strette. Ora aveva smesso di piangere.

-Ciò che Jaap tirerà fuori dall’indagine e presenterà al giudice terrà conto del verbale che gli passerò io e, con buona probabilità, uscirai dalla vicenda pulita, sana e salva.

-Emma…

Di nuovo lo sguardo materno e la vicinanza del suo profumo.

-Puoi ricominciare una nuova vita. Anzi, devi farlo.

Emma alzò la testa guardò Rebecca negli occhi come per convincersi di quelle parole. Poi, si adagiò sullo schienale della sedia e girò il capo verso la piccola finestra di lato.

Ciao, sono Emma. Ho passato anni accanto all’uomo sbagliato. Sono stata segregata per mesi in un bordello contro la mia volontà. E ora tento di rifarmi una vita

 

 
 
 

Revelations (Pt. I)

Post n°87 pubblicato il 26 Maggio 2013 da fading_of_the_day
 

 

 

-Signorina, mi segua da questa parte per favore…

L’ispettore Jaap pareva aver abbandonato il fare truce ed un po’ teatrale che l’aveva contraddistinto durante la chiacchierata di presentazione e, complice la fascinosa estetica della sua interlocutrice, aveva abbracciato una linea che, ottimisticamente parlando, poteva essere definita “collaborativa.”

Emma fu condotta in una stanza minimalista ma tutto sommato accogliente da due scagnozzi dell’ispettore: uno giovane dallo sguardo torvo tipo serial poliziesco americano, l’altro più anziano sulla cinquantina, baffi lunghi, grassoccio, che aveva tutta l’aria di chi aveva avuto la sventura di pescare il bastoncino più corto.

La ragazza aveva trascorso le ultime due ore in una sorta di sala d’attesa molto simile all’anticamera di un dentista. Poltrone di finta pelle nera, cesta con riviste di gossip ed automobili (tanto per mettere d’accordo entrambi i sessi), quadri di improbabili e sconosciuti pittori contemporanei, tutti emulatori mal riusciti di De Chirico. Dopo aver smanettato per un po’ con il cellulare, complice anche lo scarso segnale ricevuto, aveva iniziato, dapprima, a contemplare le suddette croste, poi a disegnare immaginarie figure geometriche seguendo le fughe delle mattonelle sul pavimento. Infine, si era lasciata in ultimo lo zuccherino, proprio quando intravvedeva il fine pasto, dandosi alla lettura dei resoconti degli ultimi defileé di moda su Cosmopolitan.

Toc toc.

Il torvo bussò con sollecitudine alla porta della sala interrogatori, seguito da Emma. Il grassoccio chiudeva l’allegra comapgnia con rassegnazione.

-Grazie ragazzi, potete andare….

Jaap occupava con tutta la sua imponenza una grande scrivania di truciolato simile alla cattedra di un preside.

-Dunque, veniamo a noi, signorina…

Emma si era accomodata su una poltroncina girevole da computer. Jaap, occhiali da presbite calati sul naso, cercava di domare la pila di scartoffie che stava avendo al meglio su di lui come un’alta marea improvvisa.

-Sa che la sua posizione non è per nulla rassicurante?

Alla faccia della linea collaborativa.

-Il principale capo d’accusa che grava su di è favoreggiamento e concorso nello sfruttamento della prostituzione.

Jaap alzò lentamente gli occhi dalla carta protocollata che stava recitando. Lo sguardo al di sopra della linea degli occhiali era quello di un professore che becca l’alunno impreparato.

Emma rimase in silenzio ad ascoltare, come se già sapesse che l’ispettore non aveva terminato la requisitoria.

-Nonostante ciò che leggo qui, le dico una cosa in tutta franchezza.

Jaap aveva perso la severità scolastica ed ora assumeva il tono comprensivo di un prete nel confessionale.

-Io, anche alla luce del dossier elaborato dai miei uomini, sono più che convinto che il suo ruolo sia marginale nell’ambito dell’organizzazione. Però ho bisogno che lei mi racconti in modo dettagliato, per filo e per segno, come andavano le cose nella vostra cricca. Vorrei che non omettesse alcun dettaglio.

-Vede ispettore, non nego che quello che mi sta dicendo mi provochi un certo dolore.

Emma irruppe con un tono fermo ma dolce, staccando nettamente dalla voce bassa e grassa di Jaap.

La bella e la bestia: remake alla centrale di polizia…

La ragazza pareva tutt’altro che in soggezione.

-Parte delle cose contenute nelle pagine che ha davanti sono vere, altre no. Ho conosciuto Markus circa 5 anni fa. Io ero, anzi sono, un’artista, una cantante e lo ingaggiai come agente. Dopo alcuni mesi l’interesse reciproco oltrepassò i confini del professionale.

Emma ebbe un tentennamento. Jaap colse l’attimo di empasse venendole in soccorso.

-Per cui ad un certo punto della vostra conoscenza, allacciaste una relazione sentimentale. Corretto?

-Si, ci mettemmo insieme. Tra alti e bassi in realtà. Insomma c’erano incompatibilità caratteriali di vario genere che…

-Che però non impedirono che lei diventasse il suo braccio destro…

Jaap incalzò cogliendo il fianco scoperto.

-Freni ispettore, saltare subito alle conclusioni non è tipico di un segugio esperto come lei… Le cose sono un po’ più contorte di quanto lei sappia o voglia far sembrare di sapere…

 

 
 
 

LOVING ELISA BROWN 2/2

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