Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

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Messaggi del 05/05/2014

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Post n°138 pubblicato il 05 Maggio 2014 da fading_of_the_day
 

"Signore e signori, un attimo di attenzione... Vi prego di accogliere con un caloroso applauso Mr.Jeremy Saint-Clair"

Potevano passare centinaia d'anni e mille vite, ma la presentazione di un libro rappresentava per me sempre un momento di altissima tensione, alimentata dal grande stile con cui Mr.Stanford era solito organizzare quegli eventi. C'era il gotha della scuderia editoriale "Stanford & Johnston", camerieri in livrea bianca che trasportavano vassoi colmi di flute di champagne, stand con tartine al caviale, salmone marinato, ostriche... Insomma un aperitivo da prima classe.

E poi c'era lei.

Elisa mi aveva assistito durante tutta la fase di preparazione: dalla scelta dell'abbinamento camicia-completo, al nodo della cravatta - che non avevo mai saputo fare ma che a lei riusciva in modo impeccabile - per finire al discorso di ringraziamento. Elisa era stupenda come la progenie di dei superiori. Indossava un abito nero a sirena, aperto sulla schiena. Gli ultimi giorni di tensione l'avevano provata e le costole timbravano di nuovo il cartellino, facendo mostra al di sotto dell'incrocio di stoffa sulle spalle. Quel vestito, divino, avrebbe meritato il corpo dell'Elisa nei suoi giorni migliori.

Rividi la mia piccola principessa come era nel pre-Barcellona: fragile, scavata dalle preoccupazioni, provata da una situazione che sembrava non avere sbocchi. Nonostante tutto era bellissima. Elisa era sempre bella. Se era in carne era il ritratto della gioventù nel pieno della sua esplosione primaverile. Se era smunta, portava in sé il fascino decadente di un autunno riflessivo. Aveva i capelli raccolti, Elisa, ed il suo collo flessuoso, di una bellezza classica, greca nelle proporzioni, spiccava dalle spalle con la grazia di quello di un cigno. Era un'occasione troppo invitante. La baciai appena sotto l'orecchio. Lei rise per il solletico. Le guance concave si strinsero per soffiarmi un bacio a loro volta e le sue braccia, sottili come archi di violino, si strinsero alla mia vita.

-Che fai? - mi sussurrò all'orecchio
-Non ho potuto resistere alla tentazione... Sei stupenda...
-Se ti piacciono le stampelle, allora accomodati pure... E' l'unico posto dove questo vestito farebbe bella figura, visto che mi cala di dosso

Mi staccai e la presi per mano.

-Non preoccuparti, ora rimediamo...

La condussi alla tavola con le tartine e le riempii un piatto dal quale avrebbero mangiato tranquillamente due persone. Con lo sguardo le intimai di finire tutto quello che aveva davanti. Mi allontanai per prendere dello champagne. Quando ritornai stava mangiando un'ostrica. Di nuovo non resistetti. Le tolsi il guscio dalla bocca e la baciai. Aveva le labbra che sapevano di mare. Lei sgranò gli occhi imbarazzata ed arrossì.

-E' il mio premio perchè hai finito tutto quello che avevi nel piatto

Elisa arrossì di nuovo. Posò il piatto sul tavolino dietro di me e si appoggò con la testa sulla mia spalla. La mano stesa sul mio petto aveva le dita lunghe come rami sottili di un albero in autunno. L'anello che le avevo regalato le stava largo e pensai che sarebbe stata un'ottima occasione per regalargliene un altro ancora più bello.

Nonostante ci fosse tanta gente e facesse caldo Elisa aveva la pelle d'oca. Le toccai la fronte per controllare se avesse la febbre, ma fortunatamente mi sbagliavo. La strinsi con le braccia per riscaldarla e sentii sotto le mie dita la sua cassa toracica, la fragilità delle costole come minuscole reti della gabbia di un canarino incapace di volare.

Serrai la morsa delle mie braccia attorno al suo corpo e lei gemette di soddisfazione, come se le spire incrociate di quei due serpenti le dessero sollievo, strizzassero via dal suo corpo le sofferenze, come l'acqua che cade giù da uno straccio intrecciato da parte a parte.

La speaker chiamò ancora a gran voce il mio nome: era giunto il momento della presentazione. Elisa rimase nelle file posteriori, un po' in disparte, non so se per pudore personale o per non emozionarmi. Nonostante ciò, appariva raggiante, pareva elevarsi su un piedistallo, con l'entusiasmo della mamma alla recita del figlioletto. Mi guardava nella penombra sedotta e seducente, schioccando, di tanto in tanto, baci nel vuoto.

Affrontai il monologo con il piglio del navigato oratore, lanciando occhiate alla mia bella che sorrideva con gli occhi luccicanti per l'emozione. Scesi dal palco e lei non resistette: mi venne incontro e, gettandomi le braccia al collo, mi diede un lungo bacio, sussurrandomi all'orecchio un  "bravissimo amore mio" con la voce quasi rotta dal pianto.

 
 
 

LOVING ELISA BROWN 2/2

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