Creato da fading_of_the_day il 17/11/2010

Fading of the day

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Post n°188 pubblicato il 28 Luglio 2014 da fading_of_the_day
 

L'indomai mi alzai di buon piglio con un preciso intento: setacciare il passato della mia casa, risalendo a tutti i proprietari, almeno fin dove ve n'era traccia, per avere un quadro più ampio della situazione. Lo scopo era quello di capire se davvero, nel corso dei secoli, erano avvenuti omicidi efferati: l'obiettivo era capire se la visione di Sinead si riferiva a qualcosa che era accaduto, o meno, in passato nella casa.

Ciò che trovai non mi aiutò più di tanto: mi resi conto che l'unico modo per avere qualche possibilità in più era quello di recarmi al catasto. Mi venne in mente il ragazzo che era passato giorni prima per le rilevazioni ed il pensiero di poterlo rincontrare negli uffici comunali mi comfortò: mi era parso un giovane sveglio, sul quale poter fare affidamento.

Quando arruvai in centro desistetti dal passare a trovare Sinead: volevo prima risolvere la faccenda. Quando raggiunsi gli uffici del comune il mio stupore fu grande: mi dissero che non era in atto alcuna procedura di informatizzazione della mappatura catastale: "anzi, se è in grado di fare una cosa del genere, ci farebbe un gran favore..." aggiunse ridendo l'impiegato. In compenso, riuscii a trovare l'elenco dei proprietari, a partire da metà ottocento, ossia da quando era entrata in vigore la legge che prevedeva l'obbligo di accatastamento degli immobili. Ma il mistero di quello che, a tutti gli effetti, si era rivelato un impostore, rimaneva.

Dimenticai totalmente di passare a trovare Sin, ricordandomene solo quando, ormai, ero vicino a casa. Presi l'elenco degli ex proprietari di casa: per  fortuna c'erano solo cinque o sei nomi da controllare e notai che, prima di Elisa, la casa era stata disabitata per una trentina d'anni. Nomi alla mano, ricercai sugli archivi dei principali quotidiani online, per un'oretta buona, ma non usci fuori nulla di rilevante.

Ero ancora al portatile quando sobbalzai, sentendo armeggiare vicino alla serratura della porta. Lanciai un'occhiata verso il camino e presi l'attizzatoio. Mi diressi senza far rumore verso il corridoio e guardai dallo spioncino, ma non vidi nessuno. D'istinto, feci una cosa non descritta nel manuale della prudenza: strinsi con la destra l'attizzatoio, pronto a brandirlo in caso di necessità ed aprii di scatto la porta.

Vidi Sinead inginocchiata, con diverse sporte della spesa ai suoi piedi ed una rosa tra le labbra.

-Sin, mi hai fatto prendere uno spavento...
-Ah ecco: io ti porto una rosa e tu mi mi apri con quel coso in mano? Neanche una settimana che conviviamo e già vuoi uccidermi?

Sinead sorrise e mi baciò, stringendomi le braccia al collo.

-Mmmh guarda: mi sono anche punta un labbro... - si lagnò

Mi raccontò della sua giornata lavorativa: i suoi resoconti erano sempre accompagnati da grande entusiasmo e si vedeva che amava quello che faceva. Invidiavo un po' la sua voglia di fare: mi ricordava gli inizi della mia carriera, quando vedevo tutto ciò che mi circondava con la spensieratezza e l'illusione che alcun obiettivo mi fosse precluso. Il mio sogno, fin da bambino, era sempre stato quello di diventare un grande scrittore. Il momento in cui ci riuscii coincise, contemporaneamente, con il punto più alto e l'inizo del declino: mentalmente iniziai a sentirmi appagato e cominciai a vedere ogni nuova pagina da scrivere, come un dovere verso la mia casa aditrice e non più come un piacere personale. Mi accorsi che, a poco a poco, stavano venendo meno le motivazioni e, dopo il mio secondo romanzo, avevo smesso di lavorare "divertendomi". Certo, non potevo negare che parte di quel disagio fosse ascrivibile alla triste fine della relazione tra me ed Elisa.

Guardai Sinead e pensai che avere poco più di vent'anni e riuscire ad apprezzare il proprio lavoro doveva essere un'esperienza meravigliosa, che avevo, ormai, dimenticato. Sinead mi aveva riportato serenità ed aiutato ad apprezzare di nuovo l'amore, ma quanto allo scrivere, almeno nel modo in cui lo facevo prima, ero ancora lontano dall' aver riconquistato quella passione che mi aveva fatto passare nottate intere incollato al pc.

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Commenti al Post:
oltre_ogni_suono
oltre_ogni_suono il 28/07/14 alle 11:17 via WEB
Inizio a commentare con una battuta: forse, se Jeremy inizierebbe a trascorrere del tempo con te (e forse anche con me) ritroverebbe un po' la vena "poetica", chissà se riusciremmo a trascinarlo nel vortice delle ispirazioni, magari donandogli un po' di materiale o qualche spunto. A parte gli scherzi, credo che l'amore per il proprio mestiere sia limpido fin quando ti accorgi che, applicato alla realtà, è più o meno diverso da quello che immaginavamo: io sogno di fare un determinato lavoro, però, quando poi lo svolgo, devo "combattere" contro i clienti, le fatture e tanti altri dettagli tecnici. In particolare, nel mondo dell'editoria, non sempre lo scrittore può fare ciò che vuole, a volte cambiano il titolo che aveva scelto, tagliano parti, modificano pezzi della trama perchè altrimenti si potrebbe incorrere in querele e denunce... quindi il suo mestiere è pieno di piccole e grandi "rogne". Certamente le esperienze vissute hanno influito molto sul suo mondo interiore, magari svuotandolo, magari facendogli anche perdere la voglia di godersi la vita, ma sono convinta che, piano piano, Sinead gli porterà ispirazione così come gli ha insegnato a ri-amare. Sulle sue ricerche, che dire, forse sarà un modo per fare conoscenza con la sua dinastia. Intrecci intrighi e misteri che hanno il sapore del presente e del passato e, forse, anche del futuro. Attendo il seguito, un abbraccio mio caro.
 
 
fading_of_the_day
fading_of_the_day il 28/07/14 alle 13:21 via WEB
Anche il mestiere più bello del mondo si porta dietro un certo numero di rogne,più o meno gestibili. E anche se, ipoteticamente, non ce ne fossero, occorrerebbe lo stesso fare i conti con un avversario insidioso: la routine. Jeremy è stato investito da quello che è lo spauracchio più temibile per chiunque faccia un mestiere "visibile": raggiungere in fretta l'apice e perdere motivazioni. In questo è perfettamente umano, pur con le tante qualità che gli si riconoscono. Io credo che, a poco a poco, anche grazie al ritrovato amore, troverà la strada che ha perso. Un abbraccio e buon inizio di settimana.
 
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